Sì, ma cosa passa per la testa degli irriducibili anti-vaccino? Perché (e nonostante gli appelli, i bollettini, le misure) non schiodano di un centimetro dalle posizioni oltranziste? Secondo le recenti statistiche i no-vax sarebbero appena il 5% delle persone che, prima dell'arrivo del green pass, dichiaravano di non essere assolutamente disponibili a metterci il braccio nella campagna vaccinale. Cosa li spinge a rifiutare le fiale che noi non vedevamo l'ora di ottenere? Lo abbiamo chiesto a Domenico De Masi, sociologo tra i più noti d'Italia, professore emerito all'università La Sapienza di Roma.
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Pierluigi Garavelli, primario di Malattie infettive all'ospedale Maggiore di Novara, alessandrino, Cavaliere della R...Dottor De Masi, lei li ha "studiati" i no-vax?
«Finora non è stata fatta nessuna ricerca puntuale sull'argomento. È un peccato, anche perché basterebbe molto poco. Con un campione tra le 9mila e le 10mila persone riusciremmo ad avere informazioni significative».
Perché non ci ha ancora pensato nessuno?
«Perché questi studi costano e, se vogliono essere seri, non si improvvisano».
Quanti no-vax ci sono in Italia?
«Circa 100mila».
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"Cosa abbia significato per Bergamo il Covid lo constato ogni volta che vado ad un gazebo. C'è sempre qu...Lei ne conosce qualcuno?
«Ho parlato con diversi, un'idea me la sono fatta. Ma è un'idea personale».
È possibile tracciare un identikit dei no-vax italiani?
«La prima cosa da dire è che il movimento di chi rifiuta il vaccino è un movimento trasversale».
Cioè?
«Non riguarda una sola categoria. Tra i no-vax ci sono uomini, donne, giovani e meno giovani, cittadini del Nord, del Sud, del Centro».
Insomma, è un mix.
«Ecco, sì».
E politicamente? Dove votano i no-vax?
«Oh, la loro non è una questione politica. Le ripeto: ci sono no-vax che militano a destra e ci sono no-vax che militano a sinistra».
Allora cosa accomuna tutte queste persone?
«Il loro comune denominatore è la paura».
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Anche lui era uno di quelli contrari alla vaccinazione anti Covid, uno di quelli che pensava che non fosse sicuro e che ...Prego? I no-vax, quelli che riempiono le piazze manifestando contro il green pass, i negazionisti del Covid, quelli che non vogliono proprio farsi la punturina salva-pelle, hanno paura?
«Sì. Non sono spaventati da quello che sta succedendo adesso, ma da quello che potrà succedergli in futuro».
Ce lo può spiegare meglio?
«Il loro ragionamento non è quello di dire: "C'è in atto una pandemia senza precedenti allora corro ai ripari", loro pensano a ciò che potrà accadere tra dieci anni».
Cioè?
«Tutti quelli con cui ho conversato mi han detto la stessa cosa: "Il vaccino non lo faccio perché è sperimentale e la scienza non ha ancora chiari quali saranno gli effetti nel futuro. Nel dubbio, preferisco evitare"».
Quindi è una questione di "bilanciamento" delle preoccupazioni?
«In un certo senso. Quella dei no-vax è una "preveggenza assoluta". Per loro è più probabile che il vaccino comporti qualche problema nel prossimo decennio piuttosto che la possibilità, ora e qui, di prendersi il Covid».
E per il resto?
«Le ripeto. Il tema c'è, ma andrebbe approfondito da un punto di vista metodologico. Al momento non abbiamo altro».