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Giorgia Meloni contro Draghi, quel sospetto sui vaccini: "Un obbligo mascherato fatto per non risarcire in caso di problemi"

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Giorgia Meloni non risparmia nessuno. A ridosso dell'annuncio del nuovo decreto anti-Covid la leader di Fratelli d'Italia è un fiume in piena. Più di tutti è un dubbio che la assilla: "Non sarà che scelgono l’obbligo mascherato, invece che quello di legge, per non dover risarcire i cittadini in caso di problemi?". È questa la domanda che la Meloni si pone in una lunga intervista a La Stampa, dove non lesina critiche neppure a Mario Draghi. A suo dire il premier segue le indicazioni del ministro Roberto Speranza, i cui provvedimenti non sono basati su "evidenze scientifiche": "Non mi si dica che si deve cercare un compromesso tra i partiti della variopinta maggioranza di governo, perché Draghi se vuole può imporsi, e spesso lo fa. Assecondare Speranza con provvedimenti ridicoli e che non poggiano su evidenze scientifiche è una scelta del premier". 

 

 

E ancora:  "La famosa frase che ha detto Draghi in conferenza stampa - "chi entra in un locale con il Green Pass ha la garanzia di trovarsi tra non contagiosi" - è un'informazione scientificamente falsa. In base ai dati di oggi, a settembre avremo di nuovo un problema. Qualcuno mi dice cosa si sta facendo per mettere in sicurezza de scuole, i mezzi pubblici che sono il più grande cluster della pandemia? Non mettono il Green Pass sui mezzi pubblici perché non sono in grado di fare i controlli, in compenso pretendono che siano in grado di farlo baristi e ristoratori, che non sono pubblici ufficiali".

 

 

Non è esente Sergio Mattarella. Per la numero uno di Fratelli d'Italia anche il Capo dello Stato ha le sue colpe. Una tra tutte? "Sono rimasta colpita dal silenzio del presidente Mattarella in alcune situazioni, per il fatto che abbia ritenuto di non doversi interessare ad alcune cose che sono successe a FdI, principale forza d'opposizione". Il riferimento è con ogni probabilità all'esclusione in Rai e alla guida del Copasir, andata a FdI dopo un'estenuante battaglia politica. 

 

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