La sinistra usa Mattarella contro il governo

Il presidente chiede di frenare le morti bianche e alzare i salari. Opposizione scatenata: "Esecutivo allo sbando"
di Fabio Rubinimercoledì 30 aprile 2025
La sinistra usa Mattarella contro il governo
3' di lettura

In un momento storico dove tutto sembra andarle storto, con la retorica sul fascismo e la liberazione che ha rotto le scatole alla quasi totalità degli italiani e che nelle urne non muove un voto che sia uno, alla sinistra nostrana non resta che attaccarsi alla giacca del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Strumentalizzarne le parole e applicare la solita ricetta. Quella che vede Pd e compagni vari trovare dall’opposizione tutte quelle soluzioni ai problemi del Paese. Gli stessi che non erano riusciti a risolvere quando al governo del Paese c’erano loro. Tutto secondo copione.

È andata così anche ieri quando, con un abile copia e incolla, sono state prese le dichiarazioni condivisibili di Mattarella, usandole per attaccare Giorgia Meloni e i suoi ministri. Del resto il presidente, parlando di lavoro e della festa di domani, ha espresso concetti che negli anni - purtroppo abbiamo sentito rivolgere tanto ai governi di centrodestra quando a quelli di centrosinistra. Ma che ha detto di così barricadiero Mattarella? Ecco qui: «Quella delle morti sul lavoro è una piaga che non accenna ad arrestarsi.

Non sono tollerabili né indifferenza né rassegnazione. È evidente che l’impegno per la sicurezza nel lavoro chiede di essere rafforzato. Riguarda le istituzioni, le imprese, i lavoratori». Mattarella ha poi ricordato che «il lavoro è stato il vettore più potente di giustizia, di mobilità sociale, di costruzione del welfare». L’altra “tirata” del presidente è stata quella relativa ai salari percepiti dai migranti e che «risultano inferiori di un quarto rispetto a quelli dei connazionali. Una situazione che va contrastata con fermezza». E ha ricordato pure che «i salari insufficienti sono una grande questione per l’Italia. Incidono anche sul preoccupante calo demografico, perché i giovani incontrano difficoltà a progettare con solidità il proprio futuro».

Parole di buonsenso, ma che solo una sinistra sull’orlo del baratro politico può interpretare come attacco al governo in carica. E infatti Elly Schlein coglie subito l’assist: «Il presidente della Repubblica ha detto parole fondamentali sulla situazione salariale dell’Italia». E poi via col solito disco rotto: «Siamo un Paese che sta smettendo di investire nella sanità pubblica che per noi rimane una questione centrale, e che purtroppo ha salari ancora troppo bassi». Per questo il Pd concentrerà la sua azione politica «sul lavoro dignitoso, sulle retribuzioni giuste, sul salario minimo che è una battaglia che portiamo avanti insieme a tutte le altre opposizioni». Una battaglia che il Pd pare essersi scordato sia ai tempi del Conte-bis sia in quelli del governo Draghi, dove era parte integrante della maggioranza. Si sarà trattato di sbadataggine. Non può che essere così.

All’attacco del governo, facendosi scudo con la figura di Mattarella, è anche Alleanza Sinistra e Verdi. Nicola Fratoianni ci ricorda che «per fortuna gli italiani hanno un capo dello Stato che si rende conto della realtà in cui vivono e delle difficoltà sociali e dei disagi sempre più pesanti. Gliene diamo atto e gli siamo riconoscenti. Lo stesso, purtroppo - attacca l’esponente di Avs -, lo stesso non si può dire di coloro che attualmente occupano Palazzo Chigi e i ministeri, tutti interessati esclusivamente a tutelare gli interessi di pochi». Carlo Calenda (Azione) spiega che «i salari e la sanità sono le questioni centrali di questo Paese e bene ha fatto il presidente Mattarella a ricordarlo». La soluzione? «Bisognerebbe agire in due modi: stimolando gli investimenti, perché il mercato sta crollando, e con il salario minimo, perché la gente non può non arrivare a fine mese».

E il centrodestra? Il primo a replicare alle polemiche è il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti: «Che vi siano dei salari a volte bassi, lo sappiamo. Che oggi si possa dire come intervenire è evidente che diventa quantomeno strumentale, nel senso che si potrebbe dire “alziamoli”, ma bisogna vedere dove si vuole intervenire, su quali tipi di salari si intende intervenire, quali sono le condizioni da cui derivano quei salari». Da Forza Italia, invece, è Alessandro Cattaneo - impegnato a Valencia al congresso del Ppe - a spiegare che «di fronte alla crisi economica e all’inflazione, la nostra ricetta non è il salario minimo per legge, ma cercare di stimolare una crescita vera che faccia lievitare stipendi e salari».

Intanto il governo si prepara a dare un segnale proprio in occasione della festa del lavoro. La premier, intervistata dal Corsera, ha spiegato che «pensiamo a interventi concreti», sbloccando fondi per alcune centinaia di milioni, la cui destinazione verrà concertata assieme alle parti sociali.