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Luciana Lamorgese, il messaggio di Ferragosto: ministro commissariato, il piano di Mario Draghi per fermare gli sbarchi

Tommaso Montesano
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L'idea era sul tavolo dall'inizio di maggio, mentre Lampedusa - con l'arrivo della bella stagione era investita dalla prima ondata migratoria: cinque giorni di sbarchi consecutivi, con oltre 1.400 clandestini trasportati nell'hotspot dell'isola. È domenica 9 maggio quando, per la prima volta, a Palazzo Chigi inizia a prendere forma l'idea di istituire una "cabina di regia" governativa sull'immigrazione. Obiettivo: istituire un coordinamento sulle politiche anti-sbarchi, togliendo l'esclusiva al ministero dell'Interno. E facendo entrare nella "stanza dei bottoni", oltre al numero uno del Viminale, Luciana Lamorgese, i suoi colleghi di Esteri (Luigi Di Maio); Difesa (Lorenzo Guerini) e Trasporti (Enrico Giovannini). Oltre tre mesi- e 20mila sbarchi - dopo, la "cabina di regia" che di fatto commissaria il Viminale sulla politica per l'immigrazione è pronta a vedere la luce. Lo stesso Mario Draghi, come anticipato dal quotidiano La Stampa, avrebbe intenzione di farne accenno al messaggio che dovrebbe rivolgere alla "ministra" in occasione di Ferragosto, quando Lamorgese, come è tradizione per ogni ministro dell'Interno, trascorrerà la festività presiedendo il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica, stavolta convocato nella prefettura di Palermo alle 10,30 di dopodomani.

 

 

TAVOLO NUMEROSO
L'iniziativa sarà presentata - come suggerito da uno dei predecessori di Lamorgese al Viminale, Marco Minniti - come un'assunzione di responsabilità da parte dell'«intero governo» e di tutto il «sistema-Paese» per rispondere a un «mutamento epocale». Palazzo Chigi porrà l'attenzione sull'approccio «multidisciplinare» al dossier. Ecco, così, l'istituzione di un tavolo dove far sedere, accanto a Lamorgese, i titolari di Esteri (Di Maio); Affari europei (Vincenzo Amendola); Economia (Daniele Franco); Sviluppo economico (Giancarlo Giorgetti) e Salute (Roberto Speranza). Rispetto alla prima versione della "cabina di regia", quella che poi non ha preso il via, balza agli occhi la maggiore consistenza numerica del nuovo organo di coordinamento. «Un segnale di attenzione nei confronti del ministro dell'Interno, perché tutto l'esecutivo sarebbe investito della questione immigrazione», è la lettura buonista del provvedimento. In realtà, più saranno i soggetti a mettere becco sul dossier migranti, maggiore sarà il depotenziamento di Lamorgese, che si troverà costretta a mediare con più voci e più interessi, non necessariamente convergenti. Palazzo Chigi, c'è da giurarci, evidenzierà la creazione di un cordone di protezione intorno a Lamorgese, da tempo nel mirino della Lega. Una situazione della quale la "ministra" si sarebbe lamentata con lo stesso presidente del Consiglio, denunciando la sua solitudine rispetto alle continue bordate del Carroccio. Così il premier ha deciso di tirare fuori dal cassetto la proposta abbozzata quella domenica di maggio, sull'onda dei continui sbarchi a Lampedusa.

 

 

NUMERI DA BRIVIDO
A proposito. Se tre mesi fa la "cabina di regia" era la soluzione individuata per rispondere all'emergenza di 12mila migranti sbarcati fino a quel momento, come valetta la decisione di ricorrere al medesimo strumento oggi, che i clandestini che hanno raggiunto le coste italiane sono diventati 32.605 (rispetto ai 15.297 dello scorso anno)? L'aria intorno a Lamorgese è sempre più pesante. «Draghi convochi subito una riunione di maggioranza sull'immigrazione», intima Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia. «Vogliamo supportare e consigliare il ministro Lamorgese, perchè le politiche attuali sono troppo deboli e l'Italia sta correndo gravi rischi. Riunione immediata di maggioranza sull'immigrazione coinvolgendo il Parlamento. Serve una svolta». Le mosse dell'esecutivo sono benedette da Italia Viva, che per bocca di Teresa Bellanova «ritiene opportuno l'insediamento di una Cabina di regia sull'immigrazione a Palazzo Chigi, avendo ben a mente peraltro tutte le questioni strategiche che il tema investe».

 

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