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Giuseppe Conte, "accordo in tasca"? Retroscena sulla campagna elettorale: "Ha già scaricato Virginia Raggi"

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Tra M5S e liste civiche per Virginia Raggi, il fronte della sindaca uscente nei voti di lista arriva al 16,5. Una cifra che, se confermata nelle urne, certifica la delusione dei romani nei confronti del movimento 5 stelle. Cinque anni fa, quando trionfalmente fu eletta la Raggi al Campidoglio dopo la gestione Marino, i grillini con il vento in poppa ottennero la cifra record da primo partito in città e si attestarono sulla vetta del 35,3 per cento. Ma già alle Europee del 2019, un calo notevole: M5S al 17,6 per cento, scrive il Messaggero.

 

 

 

Il movimento "guidato da Conte - il quale non è riuscito a nascondere in queste settimane di campagna elettorale una certa freddezza nei confronti di Virginia che ancora non si è potuta avvalere dell'aiuto in campagna elettorale di Beppe Grillo che continua a stimarla - tocca il 12,2", scrive sempre il Messaggero. "Temevamo peggio", dicono alcuni grillini.  Ma l'effetto Conte, secondo certi analisti, non sembra per ora farsi sentire presso l'elettorato.

 

 

 

 

Gualtieri con la sua lista raggiunge il 4,8. Guardando dentro il complessivo 30,2 dei voti del centrosinistra, si vede oltre al Pd con il 19,8 (in salita rispetto alle comunali del 2016 quando aveva il 17,2 ma in discesa rispetto alle Europee dove toccò il 30 per cento) la Sinistra Civica Ecologista al 3,2 più altri partitini. "E questi sono numeri, naturalmente provvisori, che potranno servire ai vari leader e candidati dei partiti in campo a modificare le loro strategie nel rush finale, o a insistere su quelle ma non si sa mai", rircorda il Messaggero. Negli ambienti grillini si sospetta che, vista l'antipatia politica tra Conte e la Raggi, l'ex premier lavori in prospettiva su un accordo al secondo turno con il Pd e Gualtieri, che fu tra l'altro suo ministro dell'Economia nel Conte Bis.

 

 

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