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Giuseppe Conte finisce di parlare del salario minimo, Mario Draghi lo rimbalza: "Nell'agenda non c'è posto"

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A Palazzo Chigi domani 27 settembre si terrà l'incontro tra Mario Draghi e i leader sindacali. Ma non si pasrlerà di salario minimo, come avrebbe invece voluto Giuseppe Conte. Sarà un percorso complicato fatto di scadenze ineludibili, "dal varo della Nadef alla legge di bilancio; di riforme che ritardano, fisco e concorrenza su tutte; di cabine di regia da riunire sull'attuazione del Pnrr. L'inizio di un autunno che si preannuncia caldissimo", scrive La Repubblica.

 

 

Anche sul fronte sociale: "Se il governo non ci darà risposte su fisco e pensioni siamo pronti alla mobilitazione", ha detto il capo della Cgil Maurizio Landini. "Convocato formalmente per discutere di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, il vertice con i segretari confederali potrebbe dunque offrire al presidente del Consiglio l'occasione per incardinare il famoso Patto per la ripresa lanciato giovedì all'assemblea di Confindustria".

 

 

Sarà quella l'occasione per verificare la disponibilità di Cgil, Cisl e Uil "a costruire insieme una prospettiva condivisa di sviluppo 'a beneficio anche dei più deboli e delle prossime generazioni', aveva specificato Draghi nel suo discorso, con l'obiettivo di rendere strutturale il 6% di crescita previsto per quest' anno". Ma attenzione, perché non si parlerà appunto di salario minimo legale che "al momento non compare nell'agenda di governo". Uno sfregio a  Conte che lo aveva appena caldeggiato.

 

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