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Maurizio Lupi sul centrodestra: "Matteo Salvini deve capirlo, senza di noi non si va da nessuna parte"

Maurizio Lupi

Francesco Specchia
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Nel vischiosissimo dibattito sul futuro del centrodestra, con Silvio Berlusconi che torna sulla scena fiero e vendicativo (e, soprattutto, assolto), Salvini che tenta di federare e la Meloni che galoppa nelle praterie dell'opposizione, ecco che s'erge una voce critica dal centro-centro, il Maurizio Lupi, che doveva essere sindaco di Milano e non fu...

Caro Lupi, il centrodestra è in subbuglio, alla ricerca dell'unità perduta (assieme alla amministrative), cosa accade lì dentro?
«Accade che, come sempre, gli elettori che sono il nostro supremo tribunale, ci hanno dato, oltre che una scoppola fenomenale, delle indicazioni chiare per il centrodestra. La prima è che per salvare l'Italia urge seguire la volontà della nostra gente evitando gli "ismi". Personalismi, individualismi, solipsismi...».

Si riferisca alle recenti posizioni della Lega, e di Fratelli d'Italia. I «tre partiti in uno» come dice la Meloni?
«L'esempio plastico è, all'indomani del primo turno di amministrative, la posizione del sindaco Di Piazza a Trieste, il quale si è schierato contro i manifestanti No Vax che bloccavano un'infrastruttura importante. Che è una posizione che noi abbiamo da sempre; ma se una parte del centrodestra - Salvini poi si mette dalla parte dei manifestanti contro la polizia, be', qualcosa non quadra più. E i nostri elettori rimangono spiazzati. Altro esempio a Napoli: da sempre, a centrodestra, siamo contrari ai magistrati che entrano in politica e poi presentiamo Maresca: bravissima persona, per carità. Ma forse lì un magistrato in questo momento non era adatto».

 

 

Veramente il disastro non è stato solo a Napoli. Le faccio un altro esempio a caso. La sua Milano. Luca Bernardo è stato stracciato da Sala. Ma perché, scusi non hanno candidato lei che aveva già fatto (bene) l'assessore con Albertini? È conosciuto, poteva giocarsela...
«A Milano vale la stessa cosa di Napoli. Bernardo bravissimo pediatra, per carità. Ma forse c'era bisogno di avere più tempo per farlo conoscere. Eppoi il civismo per il civismo è sbagliato, se non rappresenta qualcosa. Qui la scelta per il candidato è stato un tira-e -molla, sembrava di essere a X Factor».

Si è incaz***o per la trombatura?
«Ma no, oramai è andata, ringrazio il presidente Berlusconi che ha perorato la mia causa e ha creduto nella mia candidatura. Poi la decisione spettava alla coalizione che ha fatto la scelta "civica" ; e, nella fattispecie a scegliere il nome per Milano doveva essere Salvini».

Non faccia il democristiano, Lupi, un po' s' è incaz***o, dai...
«Quel che fatto è fatto, inutile piangere sul latte versato, è passata l'acqua sotto i ponti, e tutte quelle cose lì. Ma da questa storia è uscita un'altra lezione: che la Lega (che è al governo) non deve seguire Fratelli d'Italia che ha scelto il cammino dell'opposizione; e noi del centro non dobbiamo seguire la Lega. Nel contempo non dobbiamo aspettare un federatore della coalizione come se aspettassimo Godot».

 

 

Godot non arrivava mai. Non è - come dice qualcuno di voi che questa cosa che chi ha solo un voto più degli altri comanda ha messo in seria competizione Salvini e Meloni che pensano ognuno a prevalere sull'altro; però dopo si perde di vista il quadro d'insieme?
«Ma è giusto - lo disse per la prima volta Berlusconi - che il partito che ha un solo voto in più debba fare da collante. Berlusconi era perfetto, in questo. Gli elettori gli affidavano un 30%-40% e lui sacrificava se stesso per il bene comune dando, per esempio, il Veneto o il Piemonte alla Lega che allora aveva solo il 4%. Qui a federare, ora, dovrebbe essere Salvini ma forse non ha capito che senza l'1,5% del mio Noi con l'Italia o l'1,5% di Coraggio Italia -per quanto piccoli non si va da nessuna parte. Inoltre Salvini e Meloni sono molto connotati».

Dagospia titola - cito testualmente - "Draghi s' è rotto il ca***, a testimoniare uno scontento del premier verso i continui impedimenti dei partiti di governo all'azione di governo. Lei pensa che Draghi mollerà Chigi per il Quirinale?
«Non credo che Draghi pensi di non portare la sua missione fino in fondo. E, se ci pensi, in questo momento Draghi incarna la voglia di competenza, autorevolezza e trasparenza che aveva Berlusconi ai tempi del contratto con gli italiani».

Si parla di crisi a centrodestra, ma a centrosinistra non stanno meglio.
«Il Pd ha formato una coalizione che ha come unico scopo quello di buttare fuori dal governo la Lega; ma senza la Lega Draghi non avrebbe la forza di cambiare l'Italia».

Lei ha parlato di "scoppola" elettorale che è servita a far riflettere. Ma allora perché Salvini continua a difendere - contro l'Europa e Draghi stesso - la sua Quota 100 sulle pensioni?
«Su Quota 100 credo che Salvini stia cominciando a capire. Il Covid ha azzerato tutto, ci ha portati politicamente al punto di partenza; e ha lasciato un enorme spazio politico che noialtri dovremmo tornare a riempire e interpretare. Non dopo un'ampia riflessione. Per esempio: è giusto cancellare il reddito di cittadinanza (peraltro votato dalla Lega), perché si è dimostrato inefficace e talora dannoso, però, al contempo io non farei una battaglia di retroguardia per Quota 100, che -diciamolo chiaro- non ha funzionato».

 

 

Quindi, alla fine, fletterete tutti verso il centro per tornare vincitori? Torniamo allo spirito del "Partito Unico" (che non si è mai realizzato)?
«Se aspiriamo a tornare a governare, dovremmo smetterla di fare battaglie puramente identitarie che alimentino solo i singoli elettorati. Dobbiamo tornare ad avere orientamenti comuni, specie nell'economia. Chiamalo Partito unico o L'altra Italia (come avrebbe voluto Berlusconi), o come ti pare; in ogni caso serve un contenitore più ampio dove ci finiamo dentro tutti con uguale dignità... Sai cosa ci vorrebbe? Un altro predellino del 2008, un altro Berlusconi».

Campa cavallo..
«Certo, finora non si vede all'orizzonte. Ma per tornare a dare al centro forza d'urto dobbiamo continuare a cercarlo...». 

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