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Sergio Mattarella, il retroscena di Luigi Bisignani: "Quirinale? Categorico no anche alla figlia Laura"

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Nella corsa al Colle il caos regna sovrano. È sotto agli occhi di tutti e la situazione viene certificata anche da Luigi Bisignani, nel consueto intervento su Il Tempo della domenica, dove al "Vietnam" con vista sul Quirinale dedica un lungo e appassionante articolo. Si parte da Sergio Mattarella, dall'ennesima e irrevocabile sua conferma del rifiuto al bis. Un "no" che avrebbe spedito nel panico Ugo Zampetti "e i suoi Zampettini" che "hanno capito che, per restare nella Plaza de Toros del Quirinale, devono inzigare per il loro torero giusto (Cartabia? Gentiloni?)", spiega l'uomo che sussurra ai potenti.

 

E ancora, Bisignani svela che dopo essere stato acclamato alla Scala e dopo il presunto tentativo di Papa Francesco di convincerlo al bis, Sergio Mattarella sarebbe stato categorico anche con la figlia Laura, sempre discreta, proprio come il papà. E insomma, se il "no" è stato confermato alla figlia, di margini davvero non ce ne sono.

"Ma questa elezione al Colle è ormai uno Squid Game, con Draghi che smania di scappare da Palazzo Chigi per l'inadeguatezza dei suoi ministri non più migliori, da Giovannini a Colao, passando per Cingolani. L'attuale Parlamento, poi, è come la Libia con i vari capataz che non controllano più le loro milizie", riprende Bisignani, passando in rassegna la situazione partito per partito.

Si arriva infine ai leader di Fratelli d'Italia e Lega, gli unici due che ambiscano al voto anticipato. Secondo Bisignani, Giorgia Meloni è "l'unica con un battaglioncino di parà compatto". E Matteo Salvini? "La Lega, se non proprio il Libano, sembra un Vietnam", commenta sornione Bisignani.

 

Dunque, si arriva alle conclusioni dell'intervento: "Ma se non si taglia la testa al toro con un accordo, sempre più difficile, per Draghi, che è in ritirata da Palazzo Chigi per colpa di un esercito con tanti proiettili di marca Pnrr che non sa nemmeno usare, ogni gruppetto di sabotatori diventa decisivo", ricorda un poco profetico. "Perché, come nel conclave, il primo che raccoglie una cinquantina di voti-civetta può spiccare il volo. È successo così per un certo Oscar Luigi Scalfaro, sicuramente il Presidente della Repubblica meno amato, e anche per Bergoglio, venuto dalla fine del mondo. Repetita non iuvant", conclude Luigi Bisignani. E chi ha orecchie per intendere, intenda...

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