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Quarantena, il retroscena: "Solo Roberto Speranza ha detto no", il ministro contro il taglio dei tempi

Antonio Castro
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Tutti vorrebbero/vogliono cambiare le regole della quarantena da contatto. Però c'è il ministro della Sanità, Roberto Speranza, che non ci pensa proprio. Dai presidenti di Regione - schierati in prima fila ad affrontare l'onda montante dei casi Covid (variante Omicron)- ai principali leader politici è un rincorrersi di dichiarazioni a supporto della revisione. Ma per il momento si viaggia a vista.

RIFLESSIONE IN CORSO
«Adesso le quarantena sono diverse a seconda che si sia vaccinati o meno», chiarisce il generale degli alpini, Francesco Paolo Figliuolo - commissario straordinario anti Covid che è stato in grado di portare l'Italia alla vetta mondiale delle dosi somministrate, 88,77 % della popolazione over 12 - ammette che per il momento si tratta di una ipotesi sul tavolo: «La riflessione sul numero di persone in quarantena l'abbiamo fatta questa mattina (ieri, ndr) con il ministro Speranza. Gli scienziati, insieme all'Istituto superiore di Sanità, stanno studiando per cercare di capire cosa mettere in campo». Figliuolo, da Torino per inaugurare l'hub vaccinale per bambini della Fondazione Compagnia di San Paolo, invita ad una riflessione: «Adesso le quarantena sono diverse a seconda che si sia vaccinati o meno», ha aggiunto Figliuolo, salvo garantire che il governo e la struttura commissariale continuerà a «monitorare con molta attenzione quello che accade nei Paesi di riferimento. E poi c'è una cabina di regia che vedrà cosa fare», taglia corto. Il Cts è stato convocato per domani mattina per rivedere i temi della quarantena senza mettere a rischio il sistema sanitario ma senza neppure "blindare" a casa milioni di italiani. A stretto giro arriva la raffica di prese di posizione per rivedere - dati alla mano con contorno di validi pareri scientifici - la «quarantena per i vaccinati. Deve essere rivista ma solo sulla base della scienza. Il Cts si esprima», ribatte il presidente del Veneto Luca Zaia.

 

 

A stretto giro arriva il supporto del governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga: «Massima sicurezza senza bloccare il Paese», ribatte via Twitter. Il governo, fanno trapelare imprecisate "fonti di Palazzo Chigi", starebbe «facendo una riflessione sulla quarantena. Le misure attuali, infatti, viene sottolineato, «non tengono conto della terza dose e della variante Omicron». Ma saranno comunque «gli scienziati del Cts a fare una valutazione e a mettere sul tavolo una possibile modifica».

 

 

GIMBE: INSOSTENIBILE
Il pressing per ridurre la durata della quarantena arriva anche dal presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, che avverte: si rischia di avere «dai 5 ai 10 milioni di contatti da mandare in quarantena e questo non è possibile». «Chi ha fatto il vaccino con la terza dose è più difficile si contagi e quindi deve vedere la sua quarantena ridotta». Identico lo spunto del governatore della Lombardia, Attilio Fontana: «La riduzione della quarantena per chi ha già ricevuto la terza dose, la considero una riflessione necessaria». Che attende indicazioni chiare dal Roma: «Abbiamo la necessità di avere una sollecita e precisa indicazione sul tema da parte dagli scienziati del Cts. La risposta al Covid si deve adeguare al mutare della aggressione del virus, così come in questi due anni è sempre avvenuto», puntualizza. Il ministro della Salute, Speranza si limita a "celebrare" il primo anno dall'inizio della vaccinazione (27 dicembre del 2020 inoculazione delle prime dosi "dimostrative"). Però si guarda bene dal parlare di revisione della quarantena.

 

 

E manda avanti il loquace sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: «È chiaro che sarà necessaria una revisione della quarantena, ma non credo che sia questo il momento perché circolano sia la Omicron che la Delta e quest' ultima è quella prevalentemente responsabile dei ricoveri in terapia intensiva». La riflessione, insomma, è che la potenziale «riduzione della quarantena per i vaccinati» verrà fatta sì. Ma « valuteremo tra un paio di settimane, ma non oggi perché così facendo si ridurrebbe una quarantena per una persona che è sicuramente vaccinata ma c'è il rischio che non abbia la Omicron mala variante Delta che è quella che sta dando maggiori problemi per ricoveri e decessi», prosegue Sileri. «Quando la Omicron avrà preso il sopravvento sulla Delta verosimilmente anche i rischi saranno inferiori. Quindi sulla riduzione della quarantena aspetterei qualche dato in più e il parere del Cts». C'è bisogno di tempo, di dati, di contagi (che al ritmo di decine di migliaia di nuovi contagi al giorno, ieri 38mila con 343.968 tamponi). 

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