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Silvio Berlusconi, smartphone e "metodo Forlani": Quirinale, il piano per neutralizzare i franchi tiratori

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Silvio Berlusconi si sta dando un gran da fare per alimentare il suo sogno di diventare presidente della Repubblica: il leader di Forza Italia si è messo in testa che salire al Quirinale sarebbe il coronamento della sua vita politica. Sebbene il Cav sulla carta possa partire dal gruppo più numeroso di grandi elettori, che è quello rappresentato dal centrodestra, allo stesso tempo sa bene di non essere immune ai franchi tiratori, che nella storia delle elezioni presidenziali sono sempre stati decisivi.

 

 

Secondo La Repubblica, Berlusconi potrebbe però avvalersi di qualche trucchetto vecchio e nuovo per evitare di finire “azzoppato” nella corsa al Colle come successo a tanti altri politici, anche molto esperti. Una prima tecnica legata allo smartphone l’ha spiegata Ugo Magri sull’Huffington Post: il Cav potrebbe chiedere ai suoi di offrirgli una prova concreta di averlo votato, fotografando la scheda. Non si dovrebbe fare, ma si può, dato che non è prevista alcuna sanzione per parlamentari che violano la segretezza del voto: nella cabina di legno montata sotto il banco della presidenza non ci sono controlli.

 

 

Berlusconi potrebbe quindi chiedere prova fotografica agli elettori di Forza Italia e anche ai “responsabili” che vogliono ottenere qualcosa in cambio votandolo. Per quanto riguarda invece gli alleati di Lega e Fratelli d’Italia, ci sarebbe un sistema più antico, il cosiddetto “metodo Forlani”, usato nel 1992 per neutralizzare i franchi tiratori (anche se non bastò al democristiano per essere eletto). Per rendere il voto riconoscibile basta scrivere il nome del candidato in maniera diversa: ad esempio i leghisti dovrebbero scrivere tutti “senatore Silvio Berlusconi”, i meloniani “onorevole Silvio Berlusconi” e così via. C’è però una sola incognita: Roberto Fico che, in quanto presidente, durante i lavori ha pieno potere e può decidere di modificare le regole per garantire l’effettiva segretezza della votazione.

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