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Mario Draghi, dopo il catasto gli appalti: Lega pronta allo strappo, quando il governo può cadere

Mario Draghi

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La spaccatura della maggioranza sul catasto potrebbe essere solo l'inizio della fine del governo Draghi. Ieri in commissione Finanze lo stralcio della riforma sul catasto, voluto dal centrodestra, è stato bocciato per un solo voto. A seguito di ciò, fonti di Lega e Forza Italia hanno espresso profonda delusione. I deputati del Carroccio in particolare hanno fatto sapere che da ora in poi voteranno solo secondo le indicazioni di partito per quel che riguarda la materia fiscale. Non proprio le migliori premesse per un periodo che si preannuncia pieno di provvedimenti fondamentali da votare. Pare che a "salvare" il governo, non votando per l'emendamento soppressivo della riforma, sia stato Alessandro Colucci, deputato di Noi con l'Italia.

 

 

 

Tra l'altro lo stesso Mario Draghi aveva lasciato trapelare segni di insofferenza sia dopo l'elezione di Mattarella, quando ha detto che "senza voti non si va avanti", sia prima della votazione sulla riforma del catasto. L'eventualità che l'esecutivo cada, insomma, non è più così lontana. Pare, inoltre, che prima della votazione in commissione, il premier le abbia provate tutte per convincere i forzisti ad astenersi. In  particolare, come riporta La Stampa, avrebbe telefonato a Berlusconi per spiegargli che "non ci sarebbe stato alcun innalzamento automatico delle tasse". Ma il Cav gli avrebbe risposto: "Per noi la casa è intoccabile".

 

 

 

Il partito che mostra maggiori segni di insofferenza è la Lega, che si è già smarcata dal governo tre volte in un mese: prima sulla dad per i bambini non vaccinati, poi sulla riforma del Csm e infine sui balneari. A preoccupare è il fatto che nelle prossime settimane il test sarà continuo. Senza contare che "con la guerra in Ucraina - ragionano in via Bellerio -Draghi non può più cercare un incidente per andarsene". Verranno prese in esame tre riforme molto divisive, che però Draghi considera importanti, perché incardinate all'interno del Pnrr: concorrenza, appalti e giustizia. La riforma del codice degli appalti, in particolare, verrà votata in Senato lunedì 7 marzo.

 

 

 

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