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Antonio Martino morto, lo strazio di Arturo Parisi: "Piango un amico fraterno". Da sinistra, quello che pochi sapevano

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"Coerente e determinato assertore dei valori dell'Occidente". Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella commenta così la scomparsa di Antonio Martino, tessera numero 2 di Forza Italia ed ex ministro di Esteri e Difesa in 3 dei 4 governi presieduti da Silvio Berlusconi tra 1994 e 2006. "Esprimo il mio profondo cordoglio per la scomparsa di Antonio Martino, economista di valore, uomo delle istituzioni e più volte ministro, coerente e determinato assertore dei valori dell’Occidente e della democrazia liberale", sono le parole del Capo dello Stato.

 

 


Immediato, ovviamente, il messaggio di cordoglio di Berlusconi: "Con Antonio Martino se ne va un amico carissimo, uno studioso illustre, un uomo libero. Con lui ho condiviso l’idea della nascita di Forza Italia, della quale ebbe la tessera numero due. Fu uno dei più apprezzati Ministri dei nostri governi, agli Esteri e alla Difesa, stimatissimo in tutti i contesti internazionali e soprattutto negli Stati Uniti, dove si era formato e dove era di casa. Figlio di Gaetano Martino, uno dei padri fondatori dell’Unione Europea, allievo e amico del premio Nobel Milton Friedman, liberale intransigente, liberista convinto, con il suo pensiero orientò e caratterizzò il programma di Forza Italia fin dal 1994. Con lui elaborai fra l’altro il nostro progetto di riforma fiscale, basato sulla flat tax. Me ne mancheranno i modi squisiti, le citazioni colte, l’ironia tagliente, la discrezione. Quella con qui scelse di farsi da parte da una politica attiva che in fondo non aveva mai amato, che intendeva come un dovere civile e morale, al servizio della libertà. Anche in questo eravamo profondamente affini". 

Significativo anche il ricordo che di Martino, scomparso a 79 anni, ha dato Marcello Pera: "Insuperabile, e inimitabile, per arguzia, per rigore di pensiero e serietà intellettuale, Antonio Martino è stato un autentico liberale e uomo politico serio. Atlantista amico degli Stati Uniti, euroscettico, ha avuto in Forza Italia la funzione del pioniere". L'ex presidente del Senato aggiunge un ricordo: "'Se c'è Antonio deve essere una cosa buona', dicevamo noi che siamo arrivati dopo di lui. E poi una battuta di spirito che voleva dire prendere sul serio il lavoro assai più che noi stessi...". Da sinistra, commosse le parole di Arturo Parisi, ex leader della Margherita e storico collaboratore di Romano Prodi: "Un grande dolore. Ci incontrammo da avversari distanti, lo piango da amico fraterno. Pur dentro un tempo segnato da un trasparente confronto tra scelte alternative, la fede comune nella libertà e nella democrazia ci impedì di pensarci in alcun modo nemici. Il testimone che raccolsi da lui al servizio della Difesa della Repubblica ci legò sempre più con lo stesso legame che unisce la guardia montante a quella che smonta". "Nel periodo condiviso in Parlamento - conclude - seppure in banchi lontani cercammo spesso nella comunanza del voto la prova dei valori comuni oltre le appartenenze di parte. Sicuro di trovarlo continuerò a cercarlo. Addio Antonio. A Dio".

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