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Mario Draghi, l'articolo numero 6: tam-tam a Palazzo Chigi, "perché martedì il premier può cadere"

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Dopo aver tirato un sospiro di sollievo sulla riforma del catasto, il governo è costretto a mettersi di nuovo alla prova. Martedì 8 marzo l'esecutivo di Mario Draghi dovrà affrontare altri emendamenti che puntano a sopprimere alcune parti dello stesso articolo 6 del disegno di legge delega sulla riforma fiscale. Si tratta del più insidioso, il numero 6. 23, presentato dagli ex esponenti del Movimento 5 Stelle Alvise Maniero, Emanuela Corda, Raphael Raduzzi, Raffaele Trano e Nadia Aprile. I deputati, ora confluiti in Alternativa, puntano a eliminare l’intero comma 2, quello che prevede che le informazioni già presenti nel catasto entro il 2026 vengano integrate con i valori patrimoniali e le rendite attualizzate in base ai valori espressi dal mercato. Anche attraverso meccanismi di adeguamento periodico.

 

 

Un punto, spiega La Stampa, ugualmente contestato dalle associazioni dei proprietari come Confedilizia e Uppi. Il timore è l'aumento delle tasse, anche se dal governo sono arrivate le prime rassicurazioni. "Nessuna intenzione di aumentare le tasse – ha commentato il sottosegretario al Mef Maria Cecilia Guerra –. Sulla casa si tratta solo di una ricognizione". Eppure il rischio che il governo possa andare sotto c'è. Lo ha detto chiaro e tondo Luigi Marattin. Il deputato di Italia Viva ha infatti ricordato come "parliamo della parte fondamentale dell’articolo". La speranza però è che "l’effetto della votazione di venerdì si faccia sentire".

 

 

Dall'altra parte c'è chi la decisione di aggiornare i valori degli immobili la sostiene. Si tratta delle sigle sindacali: Cgil, Sunia, Uil. "La revisione dei valori immobiliari è un’azione necessaria - ha controbattuto la vicesegretaria nazionale della Cgil Gianna Fracassi -. Un catasto vecchio di trent’anni e che usa criteri fuori dal tempo è il motivo per cui case ubicate in quartieri popolari o di scarso valore finiscono per averne uno superiore a quello di immobili collocati in zone di pregio". Il dibattito è dunque apertissimo e rischia di far saltare una maggioranza già in bilico. 

 

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