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Salvini e Meloni? I partigiani pro-Putin dichiarano guerra ai due leader: gli insulti dell'Anpi

Gianluca Veneziani
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E giustamente, anziché prendersela con Putin, i partigiani (o ciò che resta di loro) decisero di prendersela con Meloni e Salvini. Piuttosto che attaccare senza se e ma un autocrate ex comunista, sferrarono l'attacco contro i temibili "estremisti di destra" di Lega e Fratelli d'Italia. Non è la prima volta che l'Anpi sbaglia bersaglio, anzi si può dire che abbia un talento particolare in quest' ambito. Ma pare grottesco, mentre impazza un conflitto a rischio mondiale e nucleare, che stiano lì a parlare di minaccia neofascista in Italia, rappresentata peraltro da due partiti stravotati e pienamente legittimati a stare in Parlamento: farlo significa essere miopi, oltreché ideologicamente ossessionati. Qualcuno lo ricordi a Gianfranco Pagliarulo, il presidente dell'Anpi, che ieri, in occasione dell'imperdibile congresso dei partigiani a Riccione - "sotto il sole, sotto il sole (dell'avvenire) di Riccione", canterebbero i Thegiornalisti - ha mostrato la sua vera preoccupazione in questa fase storica: la crescita dei partiti sovranisti. «In Italia», ha avvertito il presidente Anpi, «registriamo la forza dei due partiti di estrema destra, simili ma in perenne competizione (Fratelli d'Italia e Lega, ndr). Preoccupa che oramai da circa due anni i sondaggi elettorali diano alla somma dei due partiti una percentuale più o meno del 40%». Si chiama democrazia, Pagliarulo, ma da buon "democratico" deve averlo dimenticato... Il presidente Anpi non si ferma qui, perché vede nero ovunque, come Zucchero nella canzone. «Inquieta ancora di più», continuava ieri, «l'insieme di collegamenti con formazioni neofasciste i cui rappresentanti ritroviamo eletti nelle liste dei due partiti sovranisti, in particolare Fratelli d'Italia. Il legame delle persone elette in questo partito con il Ventennio è conclamato».

 

 

REDUCTIO AD HITLERUM
Conclamato? Pagliarulo deve essersi perso le intemerate della Meloni contro ogni forma di "dittatura" passata e presente, da quella di Putin (da lei condannata senza titubanze, a differenza dell'Anpi) a quella del politicamente corretto. Ma si è perso soprattutto le sue parole nette di condanna di ogni deriva nostalgica: «Non c'è spazio per razzismo e antisemitismo nel mio partito», ripete da tempo Giorgia. La quale ieri, in occasione dell'anniversario della strage delle Fosse Ardeatine, ha definito quell'eccidio «una delle ferite più profonde della storia nazionale». Ma niente, per l'Anpi ottusa, destra significa ancora nazi. Eccola là, la patetica reductio ad hitlerum. Ma la cosa più curiosa è che, nei confronti della vera minaccia, Putin, Pagliarulo fa invece tutti i distinguo possibili. «Dobbiamo cercare di capire il contesto e le cause che hanno prodotto la situazione attuale», diceva ieri, pur definendo «la condanna dell'invasione irrevocabile».

 

 

E ancora, a dimostrazione che la sua condanna non era proprio irrevocabile, aggiungeva: «È un errore minimizzare la recente storia ucraina, dalle formazioni naziste ucraine al ruolo di Ue, Nato e Usa». E già, perché nazi e Nato sono una cosa sola, per l'Anpi. Parimenti è singolare il cortocircuito per cui gli eredi dei partigiani, che pure combatterono con le armi, non accettano l'invio di munizioni a Kiev («Così si alza il livello della tensione internazionale», ha detto Pagliarulo) e rifiutano l'analogia coi resistenti ucraini. «È un po' forzato il paragone tra ucraini e partigiani», diceva ieri Fabrizio De Sanctis, presidente dell'Anpi di Roma, «perché paragoniamo due periodi storici differenti: allora si combatteva anche per la pace». Già, invece oggi si combatte per la guerra eterna... Ma è inutile stare troppo a cavillare. Il problema è che, per l'Anpi, i combattenti ucraini sono tutti nazisti. Insomma, anche in Ucraina il pericolo non è mica Putin, ma la crescita dell'estrema destra. 

 

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