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Giuseppe Conte, il video per la leadership M5s: sfida a Di Maio e Draghi

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Una sfida a Mario Draghi e a Luigi Di Maio. Il video social con cui Giuseppe Conte annuncia il voto online di domani e lunedì sulla sua leadership e la nuova struttura del Movimento 5 Stelle è un avvertimento politico molto chiaro. L'ex premier chiede un "plebiscito" agli iscritti grillini: se non ci sarà, se Conte verrà eletto capo con distacco ridotto, l'avvocato di Foggia si dice pronto a lasciare il Movimento. Viceversa, se la vittoria sarà larga allora partirà l'assalto agli oppositori interni, al grido "basta correnti", ma pure a Palazzo Chigi, vedi alla voce spesa militare.

 

 


"Ora non basta più restare nelle difensiva. Io sono disposto anche ad avere contro tutti se questo vuol dire fare gli interessi dell'Italia e dei cittadini. Ma dobbiamo essere uniti e coraggiosi per rialzare la testa. E se mi accorderete una fiducia piena sarò presidente di un M5s orgoglioso della sua diversità e dei suoi valori", spiega Conte, camicia bianca  e primo piano bucolico alternato a immagini di repertorio con bagni di folla, sorrisi e sopralluoghi vari.

 

 

 


"Non votatemi se pensate che il M5s debba stare nelle stanze dei bottoni e non sui territori. Non votatemi se pensate che deve diventare una forza moderata e conservatrice, che si sforza di piacere a tutti anche a costo di essere la brutta copia di altri partiti tradizionalmente divisi in correnti", rilancia provocatoriamente. Non lo nomina, ma a Di Maio staranno fischiando  le orecchie. Diretto invece il riferimento al governo: "Sarò il presidente di un M5S saldo nella sua esperienza di governo ma che non perde mai la sensibilità per ascoltare la voce di chi non viene ascoltato. Che dice no all'aumento massiccio delle spese militari a carico del bilancio dello Stato soprattutto in un momento del genere. Ma diremo sì a investimenti shock sulle rinnovabili e a sostegno senza precedenti di imprese e lavoratori in crisi".

 

 



"Sarò il presidente di un M5s che lotta per i lavoratori che hanno paghe da fame, che ancora aspettano una legge per il salario minimo. Di un M5S che non fa spallucce di fronte a contratti precari di un mese o addirittura di un giorno, non è questa l'Italia che vogliamo". "Che lascia le centrali nucleari e al carbone fuori dai programmi di sviluppo. Sarò presidente di un M5s preoccupato e indignato a fronte di un milione di operazioni rinviate e a 20 milioni di esami diagnostici posticipati per via del Covid. All'Italia serve una forza politica che si batta per garantire ai giovani un protezione sociale per vivere con dignità. Oggi più che mai serve all'Italia la forza del M5s". 

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