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Matteo Salvini, la strategia del silenzio e i contatti con Berlusconi: retroscena, il piano del leghista

A.V.
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La trasferta in Polonia non gli ha portato fortuna e da quel giorno Matteo Salvini ha deciso che era meglio optare per il basso profilo. Almeno per un po'. Del resto, avete visto di recente sue foto social mentre si spalma la Nutella sul pane o si mangia un piatto di pasta? Avete letto post in cui dichiara sull'universo mondo, dal festival di Sanremo al Milan passando dalla flat tax ai migranti? Sarà che c'è la guerra in Ucraina e il momento non è propizio per i video sorridenti su Twitter, ma il tempo della sovraesposizione mediatica, per il Capitano, è andato temporaneamente in soffitta e, ovviamente, i fedelissimi spiegano che non c'è alcun problema, si tratta di una «scelta tattica», non può essere che per la sua generosità Salvini finisca sempre per fare da bersaglio».

 

 

 

Insomma, agli addetti ai lavori non è sfuggito il cambio di passo del leader, da settimane attento a evitare giornalisti e telecamere, dopo l'imbarazzante missione in terra polacca e la maglietta con il volto di Putin sventolata dal sindaco di Przemysl. «Il ragionamento è chiaro: meglio evitare al massimo di esporsi in questo momento. Poi capita che i tanti che lo attendono al varco lo riescano a bloccare, come ieri, intercettato mentre entrava in Senato per votare la fiducia a Draghi. Lui si è fermato un momento, ha risposto a qualche domanda per poi tagliare corto: «Lasciatemi entrare in Senato, altrimenti dicono che non vado a votare perché me lo chiede Putin...». Non che il capo del Carroccio sia meno impegnato politicamente, sia chiaro: solo che preferisce parlare solo di certi temi, evitare polemiche e strumentalizzazioni da parte degli avversari.

 

 

 

«È finito il consiglio federale della Lega. Non è previsto punto stampa», era infatti il messaggio che il solerte staff lo scorso 22 marzo, ha mandato ai cronisti in attesa a Botteghe Oscure, sede "romana" della Lega. In quell'occasione, nonostante telecamere, Salvini è uscito dal retro del suo "Bottegone", preferendo evitare dichiarazioni e domande. L'ultimo vero contatto con la stampa risale allo scorso 18 marzo, quando a Verona è stato intervistato alla Fiera da Bruno Vespa. Poco attivo sul fronte mediatico, l'ex ministro dell'Interno si è fatto notare per avere visto due volte Silvio Berlusconi, la prima ospite della festa di Villa Gernetto (19 marzo) per "celebrare" l'unione tra il fondatore azzurro e la deputata Marta Fascina, poi a Arcore, martedì scorso quando i due leader hanno parlato della situazione internazionale e dei prossimi appuntamenti in vista delle elezioni amministrative. Ieri ha incalzato i suoi per le elezioni in Sicilia, poi ha parlato di tasse e ha espresso soddistazione per la data del referendum. Ma sempre low profile, un altro Matteo, altro che Papeete. Non sembra neanche più lui.

 

 

 

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