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Enrico Letta risponde a Santoro? Seppellito sui social: che brutta fine per il segretario Pd

Enrico Letta

Alessandro Gonzato
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Travolto di critiche. Spernacchiato. Enrico Letta, sui social, le sta buscando come un pungiball. Il match verbale avviato da Michele Santoro sta finendo per ko tecnico. I cazzottoni non arrivano dal tele-tribuno, che non ha affondato, bensì dagli utenti, dalla rete, dalla gente, anche da tanti elettori dem, o ex. A volte sono ganci esagerati, colpi illegali che meritano biasimo e censura, altre sono lucide analisi (strano a dirsi trattandosi di commenti via Facebook e Twitter), e per la maggior parte sono sberleffi a cui il destinatario non può opporsi per mancanza d'armi, anzi, d'argomenti. È successo che il giornalista un tempo totem della sinistra eccitata dall'anti-berlusconismo ha accusato con una lettera aperta Letta e il Pd d'essere diventati succubi delle politiche Usa («Biden non vuole la pace») e di voler chiudere la bocca a chiunque sul conflitto russo-ucraino non sia allineato al pensiero dem-dominante.

 

 

È francamente difficile, in questo caso, non dare ragione a Santoro. Il quale ha poi aggiunto che secondo lui l'Europa dovrebbe trovare il modo di trattare con Vladimir Putin «per non rischiare una guerra atomica», concetto che non sta bene all'ex professore di Parigi e che spacca pezzi di sinistra. Letta, sulla sua pagina Facebook, ha risposto stizzito al condutture televisivo, e nel farlo ha attaccato il solito pippotto vecchio di ottant' anni: «Caro Michele, nella tua lunga e appassionata lettera ho cercato, senza trovarla, una parola: "resistenza". Il valore fondante della nostra Repubblica, il segno distintivo della vicenda della sinistra italiana». Santoro a sua volta ha replicato che «Letta ha pubblicato una risposta senza dar conto» della sua lettera e che non avrebbe «alcun problema» a confrontarsi con lui di persona, «nel massimo rispetto e nelle forme che riterrà più opportune». Resistenza: la parola d'ordine di Letta. «Ma cosa vuoi resistere quando di mezzo c'è la bomba atomica!», ha commentato un utente, Alessandro Fiorani, e come lui a decine.

 

 

PIOGGIA DI CRITICHE
Oltre 3.500, nel momento in cui scriviamo, i commenti, sommando quelli delle singole pagine di Letta e Santoro. «Se quella sulla resistenza voleva essere una stoccata», ha scritto Umberto Napoli, «direi che hai sbagliato bersaglio, provoca più fastidio che simpatia, del resto è molto difficile che Letta possa scaldare gli animi». È il turno di Roberto Michelangeli: «Enrico, potevi anche rispondere nel merito, anziché affidarti alla solita paraculisssima retorica». Luca Cerri: «Stupisce il fatto che Letta si accorga solo ora che Putin sia "leggermente" poco democratico. È aberrante, invece, che un partito come il Pd avalli l'aumento della spesa in armamenti. Letta, purtroppo, è fuori dal tempo e da ogni logica di sinistra». Dario Trivelli, ancora su Letta: «Scorrendo il suo triste periodare traspare più che mai il ritratto di ciò che la sua segreteria rappresenta: un partito asettico, vuoto contenitore di uomini e parole, tristemente senza idee». Tonino Pulligheddu, letto il testo pubblicato dal segretario dem, lo liquida così: «Superficialità disarmante». Per Maria il pensiero lettiano è «un'accozzaglia di luoghi comuni». Gai Claudia: «Ciao Pd, a mai più». Va sottolineato che moltissimi commenti negativi sono pubblicati sul profilo di Letta, ed è noto che la maggior parte dei politici (ma Letta sicuramente no) dà mandato ai propri social media manager di eliminare la maggior parte dei giudizi negativi. In questa circostanza sarebbe impossibile, tanto è il flusso. Il consigliere Rai Riccardo Laganà ha dichiarato che «non può ignorare le parole di Santoro sull'offerta del servizio pubblico attuale». Il giornalista Mediaset Paolo Del Debbio ha affermato che una «visione unica» lui non ce l'ha e che dà voce «un po' a tutti».

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