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Giuseppe Conte, "cosa c'è dietro al Giuseppi?". Servizi, Casa Bianca, Trump e Russia: la cena taciuta dall'ex premier

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Una cena tra William Barr, ex procuratore generale degli Stati Uniti, e Gennaro Vecchione, ex capo dei servizi di intelligence italiani, potrebbe mettere in seria difficoltà Giuseppe Conte. Il fatto risale al 15 agosto del 2019. I due, come rivela Repubblica, avrebbero avuto una discussione segreta per capire se Roma fosse al centro di un complotto per influenzare le presidenziali americane del 2016 e impedire a Donald Trump di arrivare alla Casa Bianca. Tutto nasce perché nel 2019 Trump si convince che il “Russiagate” sia stato confezionato in Italia, dai Servizi, sotto la guida del premier Matteo Renzi, alleato di Hillary Clinton. 

 

 

 

A pesare sulla convinzione di Trump sarebbe stato anche il suo ex consigliere George Papadopoulos. Quest'ultimo aveva rivelato che un professore della Link Campus University, Joseph Mifsud, oggi scomparso, durante un incontro a Roma gli aveva detto che il governo russo possedeva “materiale compromettente” su Hillary Clinton “in forma di e-mail”. A quel punto il tycoon chiese a Barr di indagare. E Barr, invece di contattare il suo omologo, avrebbe scavalcato tutti e ottenuto un incontro col capo dell’intelligence, che sarebbe stato autorizzato dal presidente del Consiglio.

 

 

 

Stando ai documenti del dipartimento americano alla Giustizia sulla missione, visionati da Repubblica, Barr avrebbe visto Vecchione alle 17 in Piazza Dante 25, sede del Dis. Cosa già nota. Poi alle 18 e 45 sarebbe andato verso Piazza delle Coppelle per una cena prevista di due ore. Su questo però non si sa nulla di più. In ogni caso, alla luce di questa vicenda, suona sospetto il tweet con cui Trump appoggiò Conte il 27 agosto: "Comincia a mettersi bene per l’altamente rispettato Primo Ministro della Repubblica Italiana, Giuseppi Conte... Un uomo di grande talento, che speriamo resti Primo Ministro". Sarà stato forse un ringraziamento per la visita di Barr? Sentito dal Copasir, l'allora premier sottolineò: "Non ho mai parlato con Barr, i nostri servizi sono estranei alla vicenda". Oggi a commentare è Matteo Renzi: "Obama ed io che organizziamo una truffa elettorale ai danni di Trump? Follia pura". E anche il senatore di Italia Viva Ernesto Magorno: "I nuovi elementi emersi sulla vicenda "Russiagate" scattano una fotografia inquietante. È assolutamente necessario un chiarimento".

 

 

 

 

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