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Maurizio Mangialardi, il democratico 25 aprile del Pd: l'orrore su Salvini e Le Pen

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Marine Le Pen e Matteo Salvini a testa in giù. Con questa immagine il capogruppo del Pd al Consiglio delle Marche Maurizio Mangialardi ha voluto festeggiare il 25 aprile gettando benzina sul fuoco su una festa che mai come quest'anno ha scatenato polemiche e divisioni. Anche a sinistra, dove sulla carta, tutti dovrebbero essere d'accordo. Mangialardi - che era stato candidato presidente alle regionali del 2020 e che aveva rappresentato la Regione Marche alla Marcia straordinaria per la pace Perugia-Assisi - ha scritto al contrario anche il post che spiega la foto. "Salvini tifa ancora Le Pen e questo vuol dire che non è cambiato. Nonostante la prudenza Salvini è ancora uno dei principali sponsor di Putin e avversari dell'Europa nel nostro Paese", si legge nella storia che lega il 25 aprile alla sconfitta di Marine Le Pen alle presidenziali francesi.

 

 

 

 

 

 

Ovviamente il post e soprattutto la fotografia ha fatto tuonare il leader della Lega: "Buona festa della Liberazione da guerra, violenza e cretini", ha risposto Salvini. Da parte sua Mangialardi ha spiegato che il post "voleva solamente sottolineare l'importanza storica della vittoria di Emmanuel Macron alle elezioni presidenziali francesi. Qualche giorno fa in un talk show serale, proprio Salvini aveva parlato della grande opportunità che avrebbe rappresentato un eventuale successo di Marine Le Pen per 'ribaltare' gli equilibri in Europa. L'affermazione di Macron, invece, ha letteralmente 'ribaltato' Marine Le Pen e le speranze dello stesso Salvini. Da qui il significato del mio post. Ogni altra interpretazione è totalmente lontana dal mio sentire" conclude, sottolineando il "grande disagio" con cui "Salvini e i leghisti marchigiani, i quali non hanno mai disdegnato i voti delle formazioni dell'estrema destra", vivono la Festa della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo. 

 

 

 

In realtà la Festa della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo non è mai stata sommersa dalle polemiche come quest'anno. Del resto alla vigilia del 25 aprile il "manifesto" dell’Anpi ha acceso la miccia e le critiche si appuntano su quella che viene definita una posizione equidistante da aggressori e aggrediti, ma "fermare la guerra e la corsa agli armamenti è l’unico modo per costruire un futuro di pace", è la replica dell’associazione nazionale partigiani che ribadisce la vicinanza al popolo ucraino. E così in piazza si sono letti e sentiti slogan anti Usa e anti Nato; parole di fuoco a Milano contro il segretario del Pd Enrico Letta presente al corteo. Alcune persone hanno esposto uno striscione con scritto "Cacciate Draghi servo della Ue e della Nato" mentre alcuni dimostranti hanno urlato slogan come "Servi della Nato" e "Il 25 aprile non è una ricorrenza. Fuori il Pd". I democratici hanno risposto cantando "Bella ciao".

 

 

 

 

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