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Fallita l'operazione scambio dei grillini: perché a Palermo hanno preso

Giuseppe Conte

Ignazio Stagno
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Il reddito di cittadinanza non è bastato. I palermitani che hanno votato alle Comunali hanno snobbato il M5S e la sinistra scegliendo, invece, il centrodestra di Roberto Lagalla. L'operazione "scambio" tra i pentastellati e i beneficiari del reddito 5s è naufragata dentro le urne. Palermo è la seconda città d'Italia per numero di accrediti di RdC in base alla popolazione. Secondo l'Inps, a Palermo e provincia il 15,6% dei residenti percepisce il sussidio. Inoltre è alta la quota media versata a Palermo: l'assegno raggiunge circa i 600 euro mensili sui 780 previsti.

 

Un dato che fa riflettere se confrontato al risultato elettorale dei giallorossi nel capoluogo siciliano. Sono rimasti a secco. Il candidato appoggiato da grillini e dem, Franco Miceli, si è fermato sotto il 30%. I palermitani infatti gli hanno preferito Lagalla, appoggiato da tutto il campo moderato. E a poco sono serviti gli attacchi a Lagalla e ai suoi candidati accostati ad ambienti mafiosi. I palermitani che hanno votato non hanno avuto dubbi.

 

L'antimafia da campagna elettorale, rispolverata puntualmente da Pd e 5 Stelle (con l'aiuto delle toghe), ha avuto un solo scopo: destabilizzare l'elettorato a poche ore dal voto. Si è messo però in dubbio l'operato della sinistra e dei 5S che in tutti questi anni hanno più volte ha rivendicato la "bonifica" della città da infiltrazioni mafiose. Insomma a Palermo, nelle urne, sono morti due pilastri della retorica giallorossa: l'abolizione della povertà e l'antimafia a orologeria. 

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