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Sondaggio, ecco quanto valgono Luigi Di Maio e M5s dopo lo strappo

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Una storia che si ripete: Luigi Di Maio, dopo l'addio al Movimento 5 Stelle, rischia la stessa sorte di Matteo Renzi. L'attuale leader di Italia Viva, dopo aver chiuso la porta di via Nazareno, non è andato oltre il 2/3 per cento e l'ex leader grillino rischia lo stesso. Ne sono convinti i sondaggisti. Anche se per avere idee più chiare sul da farsi bisognerà attendere una settimana, le scissioni - è la storia - non ripagano. Difficilmente un eventuale partito del ministro degli Esteri potrà fare più del 3 per cento. A meno che la sua forza politica non si allarghi. 

 

 

Sulle colonne del Messaggero, il direttore scientifico di Ipsos, Enzo Risso si dice convinto che Di Maio guardi a "un'area molto affollata" e "in un quadro politico tendenzialmente ancora polarizzato non va, tutti compresi, oltre il 15 per cento". Più al ribasso le stime di Roberto Weber, presidente di Ixè. Per lui un eventuale partito è quotato a "molto meno del 2-3 per cento". Ma cosa ne sarà del Movimento? Giuseppe Conte ne pagherà le conseguenze?

 

 

A rispondere alle domande ci pensa Carlo Buttaroni, numero uno di Tecnè: la scissione penalizzerà "tantissimo" il Movimento anche perché ora "definitivamente non sono più visti come quelli di Grillo, anche se lui resta garante. Conte doveva essere la congiunzione tra l'ala movimentista e quella governista ma adesso mancano le radici". Dello stesso parere Antonio Noto. Il direttore di Noto sondaggi teme che l'addio di Di Maio possa portare i pentastellati a scendere sotto la doppia cifra. Il motivo? "Di Maio era più radicato di quanto non sia Conte che è visto un po' come un estraneo".

 

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