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Area Draghi, tam-tam in Parlamento: il nuovo partito, tutti i nomi

 Mario Draghi

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Lo scisma del Movimento 5 stelle ha dato il via alla corsa al centro. L'addio di Luigi Di Maio in polemica con Giuseppe Conte ha infatti velocizzato la nascita di quel "partito di Draghi senza Draghi" che potrebbe vedere la luce a settembre, secondo quanto rivelano alle agenzie di stampa alcune fonti parlamentari. Il "partito" avrebbe come bussola l'agenda dell'attuale presidente del Consiglio e vedrebbe la partecipazione di Giovanni Toti, Luigi Brugnaro e, ora, anche Luigi Di Maio. Draghi insomma sarebbe soltanto il modello ispiratore.

Non sarà però una impresa facile. Lo spazio al centro è infatmbito da molti, a partire da Matteo Renzi e Carlo Calenda. Il primo con un progetto che coinvolgerebbe anche sindaci importanti - si parla di Giorgio Gori, Beppe Sala, Dario Nardella e Antonio Decaro, che però smentiscono - e il secondo attraverso un progetto federativo tra Azione e Più Europa. Al momento, però, le possibilità che tutte le parti in campo possano incontrarsi sembrano limitate

Calenda per esempio ha detto che non vuole avere a che fare con Di Maio: "Dialogare con (quasi) tutti è giusto. Allearcisi no. E non comprendo quali siano i valori comuni e ancor di più i progetti con Conte e Di Maio". Da parte sua, Più Europa, seppure con toni meno tranchant, esprime la stessa intenzione: "Andiamo avanti sulla strada della federazione con Azione. Della Vedova non ha aperto in alcun modo. I rapporti con Di Maio sono cementati dal lavoro comune alla Farnesina, ma nessun dialogo è stato avviato su un futuro politico insieme, viene assicurato

Eppoi c'è un'altra questione: "Fino a quando non si comincerà a discutere di legge elettorale, non potrà esserci nulla di concreto", dicono in molti. Insomma, prima di settembre sarà difficile "realizzare o cominciare seriamente a discutere di alcunché". "Le forze politiche hanno oggi tutto l'interesse a cambiare la legge elettorale in chiave proporzionale", spiega un parlamentare impegnato nell'operazione centrista: "Anche Salvini sarà costretto ad accettare, se non vuole rimanere schiacciato su Fratelli d'Italia. Questo avverrà a settembre, quando le voci si spegneranno e lasceranno il posto alla realtà della politica". Vedremo.

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