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Amministrative, il messaggio inquietante per Letta: cosa non ha capito dei ballottaggi

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Nel centrosinistra potrebbe accadere anche questo: seppellire il "campo largo" subito dopo una tornata elettorale che, a detta del segretario del Pd Enrico Letta, è stata "un risultato straordinario". Il retroscena di Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera non nasconde la soddisfazione al Nazareno per aver vinto in 8 dei 13 ballottaggi (5 anni le vittorie erano state appena 2): "Alla fine della festa vincono la linearità e la serietà. Vinciamo perché la responsabilità è più importante di tutto. Il campo largo è stato preso in giro, le ironie si sono rivoltate contro chi le ha fatte perché invece questa strategia paga", sono le parole di Letta. Tuttavia, suggerisce la Meli, "queste amministrative hanno fatto scoprire al Pd che lì dove si allea con il M5S non è affatto detto che vinca. Anzi".

 

 



Non è un caso il flop al primo turno in capoluoghi "laboratorio" dell'intesa che dovrebbe essere riproposta alle prossime politiche, come Genova e Palermo. Sconfitte pesanti, brutte, significative. Così come sono significativi i successi al ballottaggio a Cuneo, Parma, Piacenza e Monza, senza i 5 Stelle. E nel trionfo più inatteso, a Verona, Damiano Tommasi ce l'ha fatta con un profilo civico: Pd defilato, simbolo del Movimento addirittura sparito.

 

 

 

 

Se il Nord, come ripetono i big dem, oggi sembra "contendibile", forse è proprio perché i 5 Stelle, mai così in crisi, sono in secondo se non in terzo piano. Addirittura, c'è chi ripete, "la lite tra Conte e Di Maio e il pandemonio che ha suscitato in quell'area dimostra che i 5 stelle non hanno nessun interesse per queste elezioni". Certo, non un bel segnale in vista delle elezioni del 2023.

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