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Ecco i soliti regimi sinistri, chi calpesta davvero la nostra libertà

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Tribunale di Milano

Iuri Maria Prado
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In una causa che ho fatto e vinto contro un noto giornalista "democratico", che mi aveva dato di fascista, è stata tirata in ballo una frase che avevo scritto tempo fa non so più dove. Questa: «Il regime fascista era meno illiberale del regime antifascista, il quale ha reso democratico l'odio verso la libertà». È un giudizio discutibile, come ogni giudizio: ma diventa una specie di bestemmia nel Paese che pretende di essersi assolto dal regime illiberale di un secolo fa avendone invece ereditato la caratteristica profonda - l'avversione per la libertà, appunto - costituzionalizzandola e sacralizzandola nell'antifascismo dominante. Nelle leggi socialiste sul lavoro, nella proprietà pubblica delle imprese, nell'autarchia della pummarola, nell'informazione presidiata dall'Ordine fascista dei giornalisti, nelle generazioni educate a vivere aggrappate al potere dello Stato, nella giustizia sociale attuata tramite il welfare straccione e la rendita parassitaria, in tutto questo c'è esattamente, ma in spoglia democratica, il caro, vecchio odio fascista per le libertà individuali. Di peggio, c'è che l'odio per la libertà di cui è pregno l'antifascismo dominante è scriminato, è legittimato, è reso democratico, appunto, in settant' anni di ripudio repubblicano dell'eresia liberale. Il regime fascista calpestava la libertà. L'antifascismo di regime ti spiega che è democratico calpestarla.

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