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Sondaggio Pagnoncelli, "dalla Lega il 49% dei voti di FdI": il travaso da Meloni a Salvini

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"I partiti vincenti sono quelli che possono contare simultaneamente su una fedeltà elevata del proprio elettorato e su una buona capacità di attrazione di nuovi elettori" puntualizza Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera analizzando i dati del sondaggio appena realizzato sulle intenzioni di voto degli italiani. Il sondaggista si concentra in particolare sugli spostamenti di voto in entrata e in uscita delle singole forze politiche rispetto alle precedenti elezioni per comprendere lo stato di salute dei partiti. Si scopre così che Fratelli d'Italia non solo beneficia di una elevata fedeltà (79,4%), ma la metà degli attuali elettori (49%) proviene dalla Lega, una quota doppia rispetto a quella costituita da coloro che avevano votato FdI nel 2019 (24,6%). Interessante il flusso proveniente da astensionisti (13,7%), pentastellati (4,9%) e Forza Italia (4,8%). 

 

 

Quanto alla Lega, Pagnoncelli sostiene che "ha sofferto molto dal Papeete in poi": solamente poco più di due elettori su cinque delle Europee (41,9%) confermerebbe il proprio voto al partito di Matteo Salvini, quasi uno su tre (29,9%) oggi voterebbe Giorgia Meloni, il 10,8% si asterrebbe, il 6,5% opta per Italexit e il 5,2% per Forza Italia. La situazione è ulteriormente complicata dalla modestia dei flussi in entrata, basti pensare che il 91,8% degli attuali elettori aveva votato già Lega alle Europee, il 2,4 proviene dal M5S e il 2% da Forza Italia. Ancora più contenuta la capacità di attrarre gli astenuti (1,7%). Da parte sua Forza Italia, invece, cede un terzo degli elettori delle Europee (tasso di fedeltà pari a 64,1%) per lo più propensi a votare Meloni (11,4%) e ad astenersi (11,4%). Quasi la metà degli attuali elettori (45%) proviene da altre forze politiche, in particolare Lega (17,4%) e 5 Stelle (3,4%), o dall'astensione (18,3%).

 

Sul versante sinistra il Pd può contare su una buona percentuale di elettori fedeli rispetto al voto espresso alle Europee (74,9%); i delusi dichiarano di volersi astenere per il 7,8%, il 3,3% sceglie la federazione Azione/+Europa, il 2,6% Sinistra Italiana-Verdi, 1,7% M5s e 1,6% uno dei tre partiti del centrodestra, mentre i restanti elettori dem disperderebbero il loro voto tra liste minori. La capacità di attrazione di nuovi elettori sembra però al momento piuttosto limitata, dato che il 79,6% degli attuali elettori aveva già votato Pd alle Europee. Quanto al Movimento Cinque Stelle ha perso più della metà degli elettori delle Europee (già quasi dimezzati rispetto alle Politiche), i quali oggi propendono prevalentemente per l'astensione (23,6%), per FdI (5,9%), il Pd (5,4%) e Italexit (4,3%), Lega (2,2%) e Forza Italia (2%). Il M5S risulta quindi la forza che ha alimentato più delle altre il bacino dell'astensione e ha riversato i propri voti su partiti molto diversi, a conferma di un elettorato composito che da sempre rappresentava un elemento distintivo. 

 

 

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