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Giorgia Meloni, l'attacco: "Italia in ostaggio, elezioni subito"

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Le minacce di Giuseppe Conte mettono la maggioranza Draghi a serio rischio. La soluzione per Giorgia Meloni è solo una: andare alle urne. "L'Italia - tuona la leader di Fratelli d'Italia - non può restare ostaggio di litigi e beghe di Palazzo. Bisogna tornare al voto per dare alla nazione un governo forte, coeso e che faccia realmente gli interessi degli italiani". L'appello è chiaro: "Elezioni subito". Ed è altrettanto chiaro come sia rivolto a Mario Draghi Sergio Mattarella.

Un invito non nuovo, quello della numero uno di FdI, che già al Sole24Ore aveva espresso tutto il suo sdegno. Da giorni infatti non si fa che parlare di riforma elettorale e il suo sospetto è che si vogliano evitare le elezioni. "Sono da sempre per il maggioritario, per una legge che la sera delle elezioni determini chi governa e chi sta all'opposizione. Ma al di là del merito della questione l'idea che mi sono fatta è che si parli di legge elettorale adesso solo per evitare le elezioni. Esattamente quello che noi invece vogliamo".

Proprio per questo la Meloni non contempla neppure l'idea che le urne vengano fatte slittare a maggio 2023. "Se davvero stesse ipotizzando di posticipare le elezioni sarebbe gravissimo. Mi aspetto che il premier e il Capo dello Stato smentiscano quanto prima. E su questo interpellerò anche gli alleati del centrodestra". Ad aggravare la situazione, oltre alla pandemia, la crisi economica e la guerra, le liti tutte interne all'esecutivo. I continui "no" del Movimento 5 Stelle ai dossier presentati da Mario Draghi non danno affatto l'idea di un governo unito, disposto a traghettare il Paese fuori dalle emergenze fino al voto. "Questo è il momento delle scelte - ha concluso la leader di FdI -, non si può pensare di andare avanti così, affrontando una fase complessa e drammatica come mai dal dopoguerra con una maggioranza che litiga su tutto mentre i cittadini fanno i conti quotidianamente con l'aumento vertiginoso delle bollette e la perdita del potere d'acquisto dei loro salari".

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