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Alessandro Sallusti smaschera Letta (e la sinistra): "Vi dico io perché non vogliono il voto..."

Alessandro Sallusti
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A volte i dettagli dicono più della visione generale. Un dettaglio, certo, ma il panico nell'espressione e nel tono di voce con cui l'altra sera in tv Concita De Gregorio, giornalista portavoce della sinistra snob italiana, parlava dell'ipotesi di elezioni anticipate a me ha detto molto più che due ore di discorso di Enrico Letta. Sissignori, la sinistra è terrorizzata che non si riesca a rappattumare il governo perché ha una fottuta paura, direi una certezza, di perdere le elezioni e consegnare il paese al centrodestra. Lo dicono tutti i sondaggi, lo dice la logica dopo che con il governo è saltato in aria anche il "campo largo" Pd-Cinque Stelle su cui Letta aveva puntato tutto.

 

 

Ha ragione Renato Brunetta, uno dei migliori ministri se non il migliore in assoluto, a sperare che alla fine Draghi vada avanti. Lui è certamente in buonafede. Ma se accadrà sia chiaro che non sarà "per il bene del paese" come ci vogliono far credere, non perla guerra, l'inflazione, la crisi e tutte queste cose. No, al di là delle parole, nelle ore che ci separano dal d-day di mercoledì, da Mattarella in giù l'obiettivo è solo uno: evitare le elezioni per impedire al centrodestra di prendere in mano le redini dell'Italia per i prossimi cinque anni. Tutto il resto è cortina fumogena. La sinistra ha un disperato bisogno di comprare tempo per riorganizzarsi dopo il disastro combinato andando appresso a Conte. Le proverà tutte, sta mobilitando chi in Italia e all'estero può provare a convincere Draghi a rimanere.

 

 

Nelle segrete stanze stanno pure in pressing su Berlusconi e Salvini: parliamo, trattiamo, troviamo una via d'uscita comune, e forse pure un "non sarete così pazzi da cedere lo scettro alla Meloni". Gli "scettri" non sono affari nostri, se la vedono loro. Ma come dire: se il centrodestra vuole davvero provare a riprendere in mano il Paese lo faccia ora o taccia per sempre. Una finestra tanto spalancata è difficile ritrovarla presto sul cammino. Tanto le impronte digitali sulla manovra lacrime e sangue che ci aspetta Berlusconi e Salvini le lascerebbero anche andando avanti in qualche maniera con Draghi, e non saranno certamente impronte forière di consensi elettorali. E poi non dimentichiamo: Mattarella ha certamente in mente il bene dell'Italia, ma dell'Italia di sinistra.

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