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Carlo Calenda gela Enrico Letta: "Noi non ci saremo", Pd sfasciato

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Dal campo largo con Giuseppe Conte alla ammucchiata anti-destra con i cespugli centristi e di sinistra? Enrico Letta da giorni sta coltivando questo sogno, l'unico modo possibile per impedire a Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia di vincere le elezioni politiche il 25 settembre. Ma è Carlo Calenda, in teoria uno dei suoi alleati più accreditati e "pesanti", a gelare il piano del Nazareno. Piano, per la verità, piuttosto spericolato. Perché alle urne, proporsi con un agglomerato che sostenga "l'agenda Draghi" (e magari con Mario Draghi stesso come candidato premier) potrebbe non avere il successo sperato. Soprattutto perché mancano i numeri: il Pd, da solo e senza Movimento 5 Stelle, rischia di perdere in tutti i colleghi. E i centristi sono più riottosi che mai.

 

 

 

 

Sulla carta, Azione di Calenda nei sondaggi è dato al 4,9%, l'unico gruppo rilevante in attesa di capire cosa ne sarà di Insieme per il futuro di Luigi Di Maio. Ma l'intesa con il Pd è tutta da scrivere, perché il litigioso ex vice-ministro di Letta e di Renzi intervistato da Repubblica ha messo già in chiaro una cosa: "Io a fare l'ammucchiata contro i sovranisti non ci sto, Se vogliono l'Unione bis, facciano pure. Senza di noi". Calenda ritiene che "a oggi le condizioni non ci sono" per allearsi col Pd, anche se ufficializza la rottura con il Movimento 5 stelle: "Se nella coalizione ci sono anche persone come Nicola Fratoianni o come Angelo Bonelli, che hanno marciato contro il rigassificatore di Piombino, di che parliamo?", dice.

 

 

 

 

Guardando al centrodestra, apprezza il coraggio del ministro Mariastella Gelmini, uscita da Forza Italia dopo la posizione contro il governo Draghi: "Gelmini - osserva - è stata molto coraggiosa e non da ieri. È stata l'unica in FI ad avere detto che le frasi di Berlusconi su Putin erano vergognose. Mi piacerebbe se venisse in Azione". 

 

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