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Nicola Fratoianni, amicizie pericolose: cosa spunta dal suo passato

Giovanni Sallusti
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Guardiamoli un attimo da vicino, questi signori con cui Enrico Letta ciancia di aver imbastito una santa alleanza per salvare la Costituzione, nel consueto approccio sereno della sinistra alla democrazia dell'alternanza. Quello che in particolare sta vivendo il suo warholiano quarto d'ora di celebrità è Nicola Fratoianni, che su Twitter si presenta così: "Segretario nazionale di Sinistra Italiana, domani chi lo sa... Però sarò per sempre uno di quelli che nel luglio 2001 erano a Genova". Una mini-biografia che è una rivendicazione, la rivendicazione dell'intrasigenza ideologica tardoadolescenziale come stella polare del suo impegno politico, tra l'amore compulsivo per la patrimoniale e il gretinismo che gli ha fatto stringere l'accordo delle nanoparticelle col verde Bonelli. C'è anche una fotografia, che lo ritrae ventinovenne nei giorni della peggio gioventù al G8 di Genova, vicino a due tipini un po' più a sinistra di Lenin. Uno è Francesco Caruso, ex parlamentare di Rifondazione che si dichiara "sovversivo a tempo pieno", il quale tra i tanti procedimenti nel 2002 venne arrestato con l'accusa di "sovversione, cospirazione politica ed attentato agli organi costituzionali dello Stato" (un po' più di uno scippo, diciamo), poi decaduta per sopraggiunta prescrizione. L'altro contestatore in foto, con megafono d'ordinanza, è nientemeno che Luca Casarini, rivoluzionario no global di professione, un «amico» come si è definito lui stesso, che è stato anche eletto membro della direzione nazionale e segretario di Sinistra Italiana in Sicilia. Nel marzo 2019 Fratoianni lo ospita negli uffici della Camera, nonostante l'amico fosse indagato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e rifiuto di obbedire alle autorità. Il caso era quello della nave Mare Jonio della ong Mediterranea, di cui Casarini era capomissione, che aveva disobbedito alla richiesta della Guardia di Finanza di non entrare in acque italiane, e sbarcato a Lampedusa 49 clandestini.

 

 

 

OCCUPAZIONE

Un fiero difensore della legalità costituzionale, che il nostro ricevette con tutti gli onori in Translantico, quasi infastidito che qualcuno lo trovasse bizzarro: «Sì, l'ho invitato io, abbiamo fatto il punto sulla situazione». Non specificò meglio quale situazione, probabilmente quella penale dell'amico. Certamente non idilliaca, ma ancora niente rispetto a quella del centro sociale torinese Askatasuna, collettivo di galantuomini antagonisti che occupa abusivamente uno stabile da 26 anni, sede di un'"associazione a delinquere" secondo l'indagine che ha appena visto il rinvio a giudizio di 28 dei suddetti galantuomini, accusati di molteplici reati compiuti contro le forze dell'ordine, le istituzioni e il cantiere della Tav in Val di Susa. Ebbene, succede che Fratelli d'Italia presenti in Comune una mozione per chiedere lo sgombero di Askatasuna, il minimo sindacale in uno Stato di diritto, dato l'inquietante quadretto. Chi si oppone? Ma certo, gli eroici consiglieri di Sinistra Italiana.

 

 

 

ALTA VELOCITÀ

Del resto, c'è almeno una grande passione comune tra i presunti associati a delinquere e il presunto leader di SI: l'opposizione integrale alla Tav, all'ovvietà contemporanea di una linea ad alta velocità in una tratta fondamentale per il transito di persone e merci tra Italia e Francia. Lo disse chiaro e tondo il compagno Fratoianni, partecipando all'adunata generale No Tav dell'8 dicembre 2018: «La Tav è una grande opera ormai superata dalla realtà, che non ha più senso» (mentre la lotta dura senza paura al "capitalismo finanziario" che invoca ogni piè sospinto è modernità avveniristica, nel fumettone tardosessantottino in cui vive il nostro, dove Marx ostenta le treccine di Greta Thunberg). Quel giorno, oltre che coi centri sociali, era a braccetto coi gilet gialli, i barbari "populisti" il cui possibile "arrivo in Italia" va assolutamente scongiurato, secondo l'allarme lanciato da Letta un mese e mezzo fa. Ma andava ancora l'Agenda Draghi, adesso nel bel mondo progressista tira l'Agenda Fratoianni, per fermare "le destre" estremiste ed eversive. Loro. 

 

 

 

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