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Pd, piccoli antisemiti crescono. Ecco la "meglio gioventù" dem

Raffaele La Regina

Antonio Rapisarda
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Giovani "democratici"? Uhm, occorrerebbe aggiungere anti-israeliani impenitenti. E anche piuttosto nostalgici del comunismo sovietico. Enrico Letta credeva di aver risolto la rogna "giovani impresentabili" con il passo indietro, più che turbolento, del lucano Raffaele La Regina (autore di una serie di post al vetriolo sull'esistenza di Israele, il quale ieri prima ha smentito il ritiro della candidatura salvo in seguito innestare una rovinosa retromarcia). E poi mettendo una toppa alla situazione: ossia ripescando, al suo posto, il sottosegretario Enzo Amendola.

In realtà la questione "israeliana" dei capilista under 35 - con cui il segretario intendeva svecchiare l'immagine del Pd blindando cinque seggi per i pargoli piddini - è tutt' altro che conclusa: si sta rivelando un boomerang per la campagna del Nazareno. Ne cade uno, infatti, ed ecco sbucarne subito un altro.
Il risultato? «Emerge un grave problema di antisemitismo diffuso nella base giovanile del Pd». A denunciarlo senza mezzi termini è il senatore meloniano Giovanbattista Fazzolari. Dopo il caso La Regina, infatti, ieri è stato il turno di un'altra candidata, anch' essa capolista (alla Camera nel collegio plurinominale Venezia-Treviso-Belluno), Rachele Scarpa. «Scrive deliranti attacchi arrivando a negare il diritto alla difesa dello stato d'Israele».

 

 

IL POST DELL'EX SARDINA - Il riferimento del responsabile del programma di FdI è un post della 25enne trevigiana - ex "sardina" scelta personale di Letta - dell'11 maggio del 2021 dove si legge: «Chi si ostina a parlare del diritto di Israele di difendersi si rifiuta di cogliere la gravità e la complessità della situazione e chiude gli occhi davanti a quello che Human Right Watch ha definito il regime di apartheid di Israele». Sì, "apartheid": la tesi anti-sionista tanto in voga fra la sinistra radicaPiace a 38 persone marcosarracino La libertà che guida il popolo, versione moderna. #photooftheday #photo #Iikeforlike #like4like #palestina #freepalestine #freepalestine #libertà Avremo sicuramente modo, nei prossimi mesi, di analizzare la situazione geopolitica e constatare ancora una volta come la politica imperialista dell'Occidente "esportatore armato di democrazia" sia fallimentare e abbia creato, tra le varie cose, i presupposti per la presa di Kabul da parte dei talebani. le filo-palestinese da cui si abbeverano i giovani lettiani. In realtà, commenta Fazzolari, si tratta di «antisemitismo camuffato». Un problema che il Pd «non ha mai affrontato», succube com' è della vulgata terzomondista dei centri sociali.

Esploso il caso, la Scarpa ha provato a replicare parlando «di legittima critica alla politica del governo israeliano, quando in passato in nome del diritto di difesa è arrivato a colpire la popolazione civile». Difesa senza troppa fortuna.

«Un'altra aspirante parlamentare del Pd, sponsorizzata da Letta, ha scritto gravi post contro Israele», questo il j' accuse di Matteo Salvini il quale ha ricordato poi che la Scarpa, «ha addirittura contestato la presenza del suo partito a una manifestazione della comunità ebraica di Roma (a sostegno di Israele, ndr)». Con quali parole? «Credo che sia un errore partecipare a manifestazioni che condannano la violenza sui generis senza specifiche sulla realtà», spiegava la giovane dem, «dove c'è invece un oppressore, un oppresso e una sproporzione esagerata tra le forze». Chiaro, per la Scarpa, chi sono i "cattivi".

Per Salvini si tratta di un fatto gravissimo: «Troppi esponenti del Pd parlano come estremisti islamici: una vergogna che non deve restare senza conseguenze».

 

A Enrico "occhi di tigre" consigliamo a questo punto di prendere nota delle posizioni non proprio "draghiane" della sua candidata anche in politica interna. Sempre la Scarpa, infatti, il 16 dicembre scorso si faceva immortalare in piazza a Milano per lo sciopero generale contro la Finanziaria del governo di mr. Bce. Legge bocciata senza appello: «Dopo il periodo eccezionale di pandemia che abbiamo vissuto, questa manovra fiscale era un'occasione di svolta. Ancora una volta, invece, si è preferito cambiare poco o nulla». Le richieste della pasdaran? Che più "rosse" non si può: «Una tassazione dei grandi patrimoni e misure di redistribuzione della ricchezza». Di qui il suo sconforto sull'agenda Draghi di cui il suo segretario, al contrario, si professa "ultrà": «Si è scelto, ancora una volta, di rimanere sordi e ciechi di fronte a queste esigenze». Finisce qui lo "sprofondo rosso"? Per nulla.

SPROFONDO ROSSO - Se due casi possono risultare una coincidenza, tre indizi fanno una prova. Non poteva essere da meno, allora, l'altro capolista junior alla Camera del Pd: il trentaduenne napoletano Marco Sarracino. Anche lui, candidato nel listino proporzionale di Napoli 2 e vicinissimo al leader della sinistra Pd Andrea Orlando (mentre La Regina è sodale del vicesegretario dem Provenzano), non nasconde le sue simpatie pro-Palestina. Con un immaginario pacifico e pacifista? Non proprio. Eccolo pubblicare nell'ottobre 2018 la foto di un giovane arabo intento a lanciare pietre - "stile Intifada" - al grido di «la libertà che guida un popolo». Hashtag d'ordinanza: #freepalestine. Ma la vera passione per Sarracino è la nostalgia per la vecchia falce e martello. Una storia «di famiglia», come rivendica, postando la foto delle tessere del Pci - con tanto di faccioni di Togliatti e di "un sincero democratico" come Lenin - dal 1946 alla svolta della Bolognina. Si dirà: il comunismo italiano, nonostante le compromissioni e le vigliacche coperture ideologiche alla repressione perpetrata al popolo ungherese nel '56 o Praga nel '68, non è stato mai una dittatura. Quella sovietica però sì: e fra le più sanguinarie della storia. Ma per il giovane capolista del Pd ciò non sembra importare più di tanto: «Beati quelli che si ribellano per ottenere un mondo più giusto», verga ancora sui social postando un'immagine della Rivoluzione bolscevica del 1917. E augurando a tutti un esplicito: «Buon anniversario». Immancabile poi - a proposito di crisi pandemica - il meme di ringraziamento dei medici cubani impersonificati con la "pop-star" rossa per eccellenza: Che Guevara. Molto preoccupati di questa deriva anti-sionista sono Alessandro Bertoldi, presidente di Alleanza per Israele e Giuseppe Crimaldi, presidente della Federazione Italia-Israele: «Il partito che ha fatto dell'antisemitismo una sua bandiera sembra avere un serio problema di figure vicine a posizioni antisemite tra la sua classe dirigente giovanile», avvertono. «È fondamentale verificare che antisemiti e odiatori professionisti di Israele non siano presenti nelle liste elettorali. Siamo fortemente preoccupati». Che dire, insomma: attendiamo frementi il prossimo video alla Cnn di Enrico Letta per capire se su Israele, agenda Draghi e apologia dell'Urss come «mondo più giusto» è d'accordo pure lui con i suoi "giovani neo-comunisti"

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