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Matteo Salvini querela Julia Friedlander: soldi da Mosca, le insinuazioni su Repubblica

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Querela in vista per Julia Friedlander, ex funzionario della Casa Bianca che intervistata da Repubblica ha insinuato come dietro alle posizioni politiche di Matteo Salvini sulla Russia si ciano "interessi personali" del leader della Lega. "Ennesime insinuazioni, zeppe di dubbi e condizionali, contro la Lega e Matteo Salvini che si difenderanno in ogni sede opportuna contro le parole di Julia Friedlander e il quotidiano che le ha pubblicate - recita una nota del Carroccio -. A differenza del gruppo editoriale che per anni ha diffuso in allegato Russia Oggi, la Lega non ha ricevuto finanziamenti da Mosca".

Le accuse, o per meglio dire i sospetti della Friedlander sono pesanti e hanno trovato in Repubblica un giornale molto ricettivo, per così dire. "Penso che Matteo Salvini abbia un interesse politico personale nel suo rapporto con la Russia. Assolutamente", assicura l'ex responsabile Sud Europa dell'amministrazione Trump e oggi Ceo di Atlantik-Brücke, associazione non-profit al servizio dell'amicizia tra Germania e Usa. Nei rapporti fra i politici europei e la Russia, spiega, "ci sono due categorie. Quelli che vedono un beneficio per il loro paese mantenendo buone relazioni con Mosca, e quelli che invece lo fanno per guadagni politici personali. Cioè sono pronti a dare alla Russia, in cambio di quello che è quasi certamente un supporto finanziario. Qui si va a Salvini, Orbán e altri". "Il problema - sottolinea ancora - è che non è facile tracciare questi collegamenti economici. Usano le shelf company, compagnie inattive che offrono donazioni alle campagne politiche, o lobbisti informali che spingono certi contratti, che riflettono gli interessi russi. Quindi è difficile provare che il Cremlino abbia staccato un assegno per Marine Le Pen, ma è interessante studiare connessioni e intermediari".

Quanto a Salvini e le sue critiche alle sanzioni a Mosca, "l'Italia ha sempre frenato su queste, anche col Pd. Mi allarma, ma non è sorprendente. I prezzi del gas salgono: se sei un politico populista lo usi, perché la gente che soffre di più è quella che non può pagare le bollette. Quindi l'adoperi come strumento: se il gas costa troppo è colpa della leadership politica, non dovremmo fare questa pressione sulla Russia". Riguardo Giorgia Meloni, che ha promesso che se sarà premier l'Italia non diventerà l'anello debole con Mosca, la Friedlander afferma che "è un modo, se vuole essere premier, di dimostrare che l'Italia non diventerà un pariah in Europa abbandonando le sanzioni, e presentarsi come un candidato di estrema destra accettabile. L'Italia - conclude - non è l'Ungheria. È nel G7, ha forti legami militari con Nato e Usa. La mia impressione è che anche se sarà soggetta alle pressioni dei partner, difficilmente seguirà l'Ungheria". 

 

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