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Giorgia Meloni, la profezia di Crosetto: "Cosa farà per il bene dell'Italia"

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Guido Crosetto prevede "un autunno terribile: la povertà si impennerà, molte attività economiche chiuderanno... E se l'Italia si vorrà salvare, se vorrà davvero sopravvivere, dovrà unire tutte le energie migliori. E tutte vuol dire tutte", dice il fondatore di FdI con Giorgia Meloni, in una intervista ad Avvenire. "Bisogna essere chiari da subito: da questo mare in tempesta non si esce da soli. Anzi, ci saranno momenti in cui bisognerà remare tutti in una direzione. Non solo tutti i migliori, ma tutti quelli che potranno imbracciare un remo, al servizio dell'Italia. Non si può perdere tempo, non si può fare finta di non capire. Ora serve senso di comunità, serve solidarietà, serve che i più forti prendano sulle spalle i più deboli, serve dire 'basta egoismo'. E soprattutto, serve dire con totale chiarezza, 'non si sopravviverà se non insieme'".

 

 

Cosa significa questo? Che la Meloni sarà capace di unire il Paese. Parlando della "crisi economico-sociale più terribile degli ultimi cent'anni", Crosetto osserva che "Giorgia non deve nulla a nessuno. È libera. E potrà intervenire senza il peso dei condizionamenti e con la consapevolezza che sarebbe irresponsabile non chiedere impegno a chiunque possa dare una mano per tirare fuori l'Italia da queste sabbie mobili. Lo dico ancora più chiaro: Giorgia non arriverà alla guida del Paese per fare la donna sola al comando, ma con la consapevolezza di dover essere la persona che unisce chi può servire il proprio Paese nella maniera migliore possibile".

 

 

Perché a Giorgia Meloni, spiega Crosetto, "interessa il merito. Non le interessa piazzare amici o affermare un'ideologia. Quando sceglierà la classe dirigente, non vorrà sapere chi hai votato. Le interesserà che cosa hai fatto, cosa puoi fare per l'Italia. Il Paese viene prima dei partiti. Sempre. E in un momento così ancora di più. Per il bene dell'Italia, Giorgia Meloni, chiamerebbe Letta senza nessuna esitazione, così come Conte o Calenda. Se è in gioco il destino dell'Italia, tutti devono collaborare. Penso che i primi ad averne piena consapevolezza siano Mattarella e Draghi".

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