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Giulio Tremonti: "Questa crisi come quella del '29, aprì la strada a Hitler"

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Giulio Tremonti non usa giri di parole. L'ex ministro del Tesoro infatti in un'intervista a ilGiorno non usa mezzi termini per definire la crisi che si sta per abbattere sull'Europa e soprattutto sull'Italia: "Io penso che non ci sia abbastanza consapevolezza sulla crisi, sulle sue origini e sulla sua intensità. Noi ora vediamo l'inflazione, ma all'orizzonte c'è la recessione. Questa crisi mi fa venire in mente il 1929, la crisi economica mondiale che aprì la strada a Hitler". Parole di ghiaccio che danno l'idea di quanto sia grave la situazione economica e sociale che in questo momento sta attraversando il Paese.

 

 

 

E per questo motivo Tremonti è in piena battagli elettorale per entrare in Parlamento. E l'ex ministro è sicuro di farcela: "Segnalo tre elementi. Il primo: il collegio, dopo la riduzione del numero dei parlamentari, ha avuto un'estensione territoriale oltre il centro. Non credo che valga più il principio di assoluta identità politica. Il secondo: la presenza del Terzo polo. Il terzo: la speranza!". Poi parla del suo territorio, Milano, in cui sta portando avanti la campagna elettorale: "Questo è un voto politico nazionale. Detto questo, Milano ha sempre dettato la linea, è stata il driver di tanti cambiamenti nella storia d'Italia. Un tema che può interessare il futuro della città, ma non solo, è il raddoppio della povertà. L'Istat ha segnalato che l'indice di povertà è passato da 4 a 10 in dieci anni, dal Governo Monti al Governo attuale. Certo, qualcuno diceva che la povertà era stata abolita, ma non è così. La proposta che faccio - e mi pare che rispecchi lo spirito dei milanesi - è raddoppiare il 5 per mille, a fronte di crescenti bisogni sociali, fino al 10 per mille. Il 5 per mille l'ho proposto io in un articolo sul Corriere della Sera. Ho un'altra proposta: eliminare la tassa sugli aumenti. I prezzi salgono perché c'è la guerra e la speculazione ma anche perché c'è la tassazione. E c'è un altro tema da porre all'attenzione dei milanesi".

 

 

 

 

Infine pone l'accento sul fattore "sicurezza": "Milano è la capitale dei reati nelle statistiche nazionali. Più agenti? Più telecamere? Bisogna quantomeno capire la situazione e affrontarla". 

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