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Luigi Di Maio, il piddino perfetto: "Un favore alla Meloni"

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Che parabola, quella di Luigi Di Maio, da grillino duro e puro, dall'"abbiamo abolito la povertà", dal "no" all'euro e all'Europa, da "parlateci di Bibbiano" a perfetto piddino. Una trasformazione radicale che, ovviamente, non può intercettare consenso. I sondaggi relativi al suo Impegno Civico parlano chiaro, il flop del ministro degli Esteri è già scritto. A salvarlo, però, c'è proprio il Pd, che gli ha offerto un collegio blindato.

E però non smette di sorprendere la sua mutazione, il suo cambio di registro, il suo parlare da perfetto soldatino di Enrico Letta. Si prenda le freschissime dichiarazioni rilasciate a Radio Cusano Campus: "Abbiamo una legge elettorale con la quale vincono le coalizioni. Ci sono due coalizioni: c'è la destra, e poi ci siamo noi progressisti. Quello per noi è l'unico voto utile contro una destra che ci sta isolando in Europa", recita il copione scritto al Nazareno.

Dunque gli chiedono se avrebbe accettato una coalizione più larga con Carlo Calenda e il M5s di Giuseppe Conte ? "Ho sempre auspicato l'unità - risponde Di Maio - quando si fece l'accordo tra Calenda e Letta non ero contrario. Peccato che Conte e Calenda abbiano deciso di autoisolarsi, facendo un favore alla Meloni". Eccolo là: chi vota terzo polo e M5s fa un favore alla Meloni. 

"Dobbiamo vincere con quello che abbiamo e quella progressista è l'unica altra coalizione che c'è. Dopo le elezioni vedremo che era politica inizierà, ma adesso la situazione è chiara: c'è la coalizione di destra, c'è quella progressista, e poi ci sono Conte e Calenda che corrono da soli e fanno un favore alla Meloni", ribadisce. Quando si dice coerenza e dignità politica...

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