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Giorgia Meloni, "camerati e fasci": su Repubblica due pagine-vergogna

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Chiamiamola "satira a orologeria". Alla vigilia del voto, a poche ore dalle urne, Repubblica pubblica una doppia paginata di "Satyricon" tutta dedicata al mondo della destra. Sottinteso: gli elettori di Giorgia Meloni. Sottinteso-bis, rivolto agli elettori di sinistra e magari a qualche indeciso: guarda cosa accadrà da lunedì prossimo. 

 

 

 

 

Le vignette sono di Makkox e si parte subito con un bel braccio destro teso nel saluto fascista, al grido di "Camerati, a noi". Più chiaro di così, non si potrebbe. Quindi lo sfogo liberatorio, così viene definito, di un fascista dal nome evocativo di "Benì". Nulla viene lasciato al caso, nell'immaginario terrorizzato di un progressista che annusa la debacle. Lo scenario è quello di una marcia su Roma: "Dove sono stato raga'? Nascosto, come tutti noi... noi...". "Fasci", conclude la frase l'interlocutore fuori campo. "Esatto - conferma Benì pieno d'orgoglio -. Mi fa ancora impressione poterlo dire così. Liberamente, in pubblico: noi fasci". Quindi una galleria di altri saluti romani: "Cosa abbiamo dovuto subire in questi anni, quando dovevamo dissimulare finanche il nostro saluto attribuendogli significati assurdi...", dal Lago dei cigni all'eclisse, fino alla prova-sudore. "E invece un pugno chiuso si poteva esibire senza pudore".

 

 

 

Quindi lo sdoganamento di termini come "negro" e di canzoni come "Faccetta nera". "E poi - aggiunge il fascista di Repubblica - quella faccenda infame dell'abiura del fascismo, la violenza di doverti dichiarare antifascista, un atto contronatura che...". Gran finale con una coppia di gay che passa per strada: "Ancora co' sto gay siamo? A froci!", grida Benì prima di ammonire il lettore: "Che bella la libertà camerati. Non diamola mai per scontata. Non facciamo la stessa caz***ta che hanno fatto LORO". 

 

 

 

Postilla, ignorata da Repubblica: le stesse vignette avrebbero potuto pubblicarle anche nel 1994, quando Berlusconi si alleò con il Movimento Sociale di Fini, o nel 2018 con Salvini. Anzi, roba del genere è già stata pubblicata. Qualcuno è ancora convinto che gridare "Al lupo al lupo" funzioni davvero.

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