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Matteo Salvini, "cosa sta aspettando": toto-ministri, faccia a faccia decisivo

Fabio Rubini
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Resa nota la lista dei desiderata ministeriali, la Lega attende le mosse della Meloni. Senza fretta, che tanto fino a quando Camera e Senato non avranno eletto i rispettivi presidenti, Mattarella non potrà iniziare le consultazioni e dare incarichi per formare il governo. Avanti piano, dunque, anche perché, dicono dalle parti del Carroccio, a questo giro oneri e onori sono di Giorgia. Tocca a lei, ora, dimostrare quel che sa fare. Un ragionamento che, visto dalla parte di Salvini, non fa una piega. A proposito dei presidenti di Camera e Senato dalla Lega smentiscono che nel fine settimana ci sarà un vertice per decidere i nomi. Se ne parlerà forse a partire da lunedì. E sempre la prossima settimana ci sarà l'atteso faccia a faccia tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. In quell'occasione Salvini tornerà a ribadire che la Lega lo ha indicato come ministro dell'Interno e che lui è «pronto a ricoprire incarichi di governo».

TIMIDE APERTURE
Ieri, forse per la prima volta dal dopo elezioni, c'è stata una mezza apertura in tal senso. A farla il capogruppo uscente alla Camera Francesco Lollobrigida e Fabio Rampelli, che a specifica domanda hanno risposto: «Salvini? Non ci risultano veti di alcun tipo». Dichiarazioni che il leader del Carroccio si è limitato a registrare, senza commentare. E poco dopo, parlando alla direzione generale del partito, è stata la stessa Meloni a rassicurare sul fatto che «i rapporti con gli alleati è positivo. Io dialogo con tutti e alla fine troveremo una soluzione che accontenterà tutti. Non date retta ai retroscena», compresi quelli che la vorrebbero come principale oppositrice al ritorno di Salvini al Viminale. O come quello che ieri raccontava di una telefonata- smentita in serata dal diretto interessato tra lei e il ministro Giancarlo Giorgetti per sondare la disponibilità di quest' ultimo a ricoprire l'incarico di presidente della Camera dei deputati. Intanto Salvini ha passato la giornata incontrando, nel corso di vari appuntamenti, esponenti dell'industria, del commercio e dell'agricoltura. Fonti leghiste fanno sapere che «al centro di questi confronti c'è soprattutto il caro bollette, che resta una priorità per la Lega. Se non interverrà il governo in carica - spiegano da via Bellerio - dovrà essere la prima preoccupazione dell'esecutivo di Centrodestra che verrà». Ma non solo. Salvini, questa volta sui social, ha ribadito che «in un momento di difficoltà economica e lavorativa per milioni di italiani, bloccare le cartelle esattoriali e i pignoramenti sarebbe un atto di giustizia sociale e di buon senso» ed è tornato ad evocare la «pace sociale».

REDDITO E AUTONOMIA
Altro tema sul quale Salvini è tornato a parlare è quello delle storture del reddito di cittadinanza. Lo ha fatto sui social commentando l'operazione della guardia di finanza di Trieste: «Beccati altri 141 immigrati "furbetti" del reddito di cittadinanza - ha scritto Matteo -. Non vedo l'ora che nasca il nuovo governo di Centrodestra per togliere assegni e privilegi a chi campa alle spalle del prossimo». Il nuovo esecutivo, infine, dovrà subito mettersi all'opera per dare la spinta decisiva all'approvazione dell'Autonomia differenziata. La legge è pronta, basta portarla in Consiglio dei ministri, per far partire l'iter. Anche questa sarà una battaglia esiziale perla Lega, che dopo le elezioni piuttosto deludenti, ha deciso di tornare a radunare le truppe sul territorio amico: il Nord. Insomma, quella che sembrava una semplice tattica elettorale per riprendersi i voti dei leghisti della prima ora, in realtà sta diventando sempre più un obiettivo politico concreto della Lega: una sorta di ritorno alle origini, per rimettersi in sesto e poi ripartire. Anche perché, come detto, in questa fase oneri e onori spettano tutti a Giorgia Meloni...

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