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Antonio Tajani, la sfida a FdI e Lega: "Pari dignità"

Salvatore Dama
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La Lega allunga la lista dei desideri. Oltre al Viminale (per Salvini), il Carroccio prenota il ministero dell'Innovazione. Che, da proposta fatta in campagna elettorale, dovrebbe avere sede a Milano. In più il Capitano mette il cappello sul ministero della Famiglia. In attesa dell'incontro decisivo tra i leader - che potrebbe esserci nel weekend o, in alternativa, posticipato ai primi giorni della settimana successiva, continua il dialogo a distanza tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, fatto di messaggi, cose mandate a dire, pizzini e rivendicazioni. Restiamo in casa Lega. Giovedì sera il leader era a Saronno per un incontro con i militanti. Dal quale è trapelato un audio: «Per quanto mi riguarda, chiederò alcuni ministeri come quello per la Famiglia e la natalità, perché bisogna tornare a mettere al mondo figli senza tanti problemi». Ci sarebbe anche un nome da abbinare alla casella: Alessandra Locatelli, che ha già ricoperto quell'incarico, sia pure per poco, durante il governo Conte I.

 

 

 

NESSUN VETO

C'è poi la solita velina leghista sull'Interno: «Non ci sono veti di alcun tipo su Salvini, il cui ottimo lavoro ai tempi del Viminale non è in discussione», fanno sapere fonti di via Bellerio. E' la quotidiana goccia cinese. Alla quale però Meloni sembra impermeabile. A lei, fa sapere il capogruppo leghista alla Camera Massimiliano Romeo, «chiediamo, come chiederanno gli alleati di Forza Italia, che la Lega abbia la giusta rappresentatività. Non ci sono veti, diktat, non c'è nulla di tutto ciò». Però domandare è lecito. Ed è chiaro anche che il Capitano non intende impiccarsi al Viminale, se come pare il macigno che ostruisce la strada del ritorno al ministero dell'Interno ce l'ha piazzato il Quirinale. Più propenso a una opzione tecnica per sostituire Luciana Lamorgese. Per Matteo si ipotizzano le alternative del Lavoro e delle Infrastrutture-Trasporti. Struttura dalla quale potrebbe controllare la Guardia costiera.  Poi c'è il caso Forza Italia. Dove fonti interne smentiscono che la trattativa sui posti di governo si sia incartata intorno al ruolo da assegnare a Licia Ronzulli. Ieri comunque Antonio Tajani è tornato a difendere la sua parte politica. Chiarendo che: A) gli azzurri devono avere "pari dignità" con la Lega «perché abbiamo preso lo stesso numero di voti alle elezioni», pur avendo un peso diverso in Parlamento; B) quello che nascerà dovrà essere «un governo politico», con «il maggior numero possibile di politici» e i tecnici "di area" a fare da contorno.

 

 

 

RIASSUNTO

E ora facciamo un piccolo riassunto del totoministri. Le caselle principali. Non è ancora del tutto sfumata l'ipotesi che Meloni abbia dei vice. Nel caso sarebbero, con tutta evidenza, Salvini e Tajani. Affari esteri: questa è una delle poltrone supervisionate dal Colle. Con molta probabilità ci finirà un tecnico. Anche se non sfigurerebbe neanche il coordinatore di Forza Italia, con il curriculum internazionale che si ritrova. Nella corsa delle feluche attualmente in pole c'è Giampiero Massolo, seguito da Stefano Pontecorvo, Elisabetta Belloni e Giulio Terzi di Santagata. Quest' ultimo avrebbe il vantaggio di essere un tecnico-non tecnico, perché ambasciatore sì, ma eletto in Parlamento con Fratelli d'Italia. Interno: vedi sopra. $ difficile che la sfanghi Salvini. Ma Matteo potrebbe riuscire a piazzare un leghista (Giulia Bongiorno) o un prefetto che gli è gradito: Matteo Piantedosi. Giustizia: se Bongiorno va all'Interno si spiana un'autostrada per il deputato-giurista Carlo Nordio (altra figura ibrida come Terzi di Santagata). Ma c'è anche una terza via, rappresentata dall'azzurro Francesco Paolo Sisto. Difesa: Adolfo Urso o il generale Luciano Portolano. Economia: altra casella da riempire con un tecnico di spessore. Tolto Fabio Panetta, restano Domenico Siniscalco e Dario Scannapieco (ieri avvistato a Roma). Sviluppo economico: derby tra i meloniani Guido Crosetto e Luca Ciriani. Politiche agricole: Lega (Gian Marco Centinaio) o un tecnico (Ettore Prandini o Aldo Mattia). 

 

 

 

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