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Renzi, "all'insaputa di Calenda": un caso nel Terzo Polo

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All'insaputa di Carlo Calenda? I rumors da Montecitorio riportano una versione clamorosa sui 17 "franchi tiratori al contrario". Matteo Renzi avrebbe fatto votare per Ignazio La Russa senza comunicare la strategia al sodale e leader formale del Terzo Polo. Il leader di Azione, alla vigilia dell'elezione dell'esponente di Fratelli d'Italia, aveva smentito con forza di poter dare voti a un post-fascista. Poi, puntualmente, il meloniano è stato eletto nonostante la clamorosa protesta di Forza Italia, che ha votato scheda bianca per lanciare un messaggio a Giorgia Meloni (contro il veto a Licia Ronzulli).

 

 

 

Tutti hanno indicato nel Terzo polo il "serbatoio" di voti mancanti per il centrodestra: più che per aiutare la Meloni, Renzi avrebbe smosso mare, monti e parlamentari (non necessariamente i suoi, che sono solo 9, ma nel misto e pure tra gli ex renziani del Pd) per affossare definitivamente Forza Italia e, parola sua, magari tra qualche mese incamerare qualche onorevole azzurro. 

 

 

 

 

In un colloquio con il Messaggero, Renzi non nasconde l'entusiasmo ma nega (quasi) tutto. "Se io orchestrassi un'operazione del genere - spiega l'ex premier - la rivendicherei. Di più: andrei all'incasso". Ma, sottolinea, "io non c'entro nulla, questa è una resa dei conti tutta interna al centrodestra". "Non ci si cappotta per sbaglio. Io, Letta e Gentiloni siamo durati per cinque anni di legislatura. E poi io non sono uno bravo a fare questo tipo di calcoli. Non sono, per dire, un Franceschini". Il sospetto è che dunque ci possa essere dietro addirittura l'ex ministro della Cultura, eminenza nemmeno troppo grigia del Nazareno. "Diciamo solo che Dario è un ragazzo intelligente...", sorride beffardo Renzi. 

 

 


Tutto questo all'ombra della partita che interessa davvero l'opposizione, le vicepresidenze di Camera e Senato. Con Franceschini e Patuanelli del M5s, rivela Renzi, "con loro abbiamo discusso delle vicepresidenze di Camera e Senato che, per la cronaca, non c'entrano nulla con questo voto. Perché, anche volendo una contropartita - e non è questo il caso, abbiamo votato tutti scheda bianca - non avrebbe avuto senso. Sulle vicepresidenze sono le opposizioni a decidere. Sono sei posti. Io ho avuto l'impressione che volessero dividerli in tre e tre, Pd e Cinque Stelle. E ho detto no, non ci stiamo. Una dovete darla a noi. La vera partita, qui, si giocherà per la guida del Copasir". 

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