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Toto-ministri, la telefonata di Giorgia Meloni: chi vuole nel governo

Pietro Di Leo
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Una parte del puzzle pare ormai composta. Per individuare altre tessere, però, rimangono alcune matasse da sbrogliare. E così il percorso verso la formazione del governo vede, ogni giorno, spuntare qualche opzione inedita, in un saliscendi che in queste occasioni è di prammatica. Dunque la novità trapelata ieri è un colloquio telefonico che si sarebbe svolto tra la presidente del Consiglio in pectore, Giorgia Meloni, e l'assessore alla Sanità della Lombardia Letizia Moratti. Difficile non leggere questo nella chiave di un coinvolgimento nella squadra che guiderà il Paese. E anzi, un ritorno dell'ex prima cittadina di Milano nella Capitale (dove fu già ministro del governo Berlusconi 2), contribuirebbe a sbrogliare la matassa per la scelta del candidato presidente in Lombardia, dove lei si è già piazzata come competitor preventivo di Attilio Fontana.

LETIZIA IN PARTITA - Dunque, per lei si ventilano già due opzioni: o Salute, oppure Università (delega che già tenne, assieme all'istruzione). Caselle su cui, però, aleggiano anche altri nomi. Per la Sanità è in lizza Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa, dunque un tecnico considerato di area Fratelli d'Italia. Così come da settimane si parla di Guido Bertolaso, per quanto dall'inner circle dell'ex Capo della Protezione Civile trapeli che il diretto interessato, per usare un eufemismo, non smani per entrare al governo. Per quanto riguarda l'università, invece, ieri è entrato in campo un altro profilo, quello di Gloria Saccani Jotti, medico e docente universitario.

 

Profilo indicato da Berlusconi per entrare nella delegazione di ministri azzurri. E poi c'è Anna Maria Bernini, capogruppo al Senato nella XVIII Legislatura (e ministro per gli Affari Europei nella parte finale del Berlusconi IV), che dovrebbe andare ad occuparsi della Pubblica Amministrazione. E poi Gilberto Pichetto Fratin che il leader ha dato per certo alla Transizione Ecologica. Altro nome nell'elenco scandito da Berlusconi è quello di Elisabetta Alberti Casellati. Questo è uno dei nodi ancora rimasti da sciogliere: il leader azzurro la vorrebbe per la Giustizia, ma Fratelli d'Italia non molla su Carlo Nordio. E poi, tra gli "annunciati" da Berlusconi, c'è una figura certa, con uno sguardo già al giuramento: Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia che sarà vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri.

E qui si entra nella quota di quegli esponenti, per i quali è cosa fatta o giù di lì (in queste ore sull'ottovolante è sempre bene utilizzare il condizionale). A partire da Matteo Salvini. Anche il leader della Lega avrà un piede a Palazzo Chigi come vice presidente del Consiglio. Oltre a questo, dovrebbe andare ad occuparsi di infrastrutture e trasporti, ministero - fattore non secondario considerando il dossier immigrazione - cui fa capo la Guardia Costiera. Sempre perla Lega appare solida l'opzione di Giancarlo Giorgetti all'Economia. E l'altro tema caro a via Bellerio, ossia la sicurezza, quasi certamente sarà responsabilità di Matteo Piantedosi, attuale prefetto di Roma, che tornerà al Viminale da ministro dopo aver prestato servizio come capo di gabinetto di Salvini tra il 2018 e il 2019 («abbiamo scritto insieme i decreti sicurezza», ha ricordato il leader della Lega l'altra sera in tv, accreditandone dunque un pieno endorsement).

 

 

OTTOVOLANTE QUIRINALE - E ancora, tra chi è dato pressoché certo ci sono due nomi di Fratelli d'Italia: Guido Crosetto, imprenditore non più in parlamento dalla scorsa legislatura, e vicinissimo a Giorgia Meloni e tra i fondatori del partito. Per lui sarebbe pronta la casella allo Sviluppo Economico. E Adolfo Urso, proiettato verso il ministero della Difesa. Poi ci sono esponenti che stanno giorno dopo giorno "rafforzando" la loro presenza tra le ipotesi. Ad esempio Welfare e Lavoro su cui viene molto accreditata Marina Calderone, presidente del Consiglio dei consulenti del Lavoro. È il caso anche di Raffaele Fitto, in questi anni tessitore della rete meloniana all'interno dei conservatori europei, dato in arrivo agli Affari Europei. Alle Riforme invece potrebbe andare Roberto Calderoli, mitologico esponente di una Lega che potrebbe conquistare anche l'Istruzione, con Giuseppe Valditara, docente universitario che in questi anni ha lavorato ad una sorta di fucina di proposte per il partito. Altro derby, poi, per la Famiglia, dove se la starebbero giocando la leghista Simona Baldassarre e la meloniana Eugenia Roccella. Altre ipotesi Nello Musumeci per il Mezzogiorno e Chiara Colosimo per lo Sport, entrambi di Fratelli d'Italia. E se per i rapporti con il Parlamento è in pole il frontman di "Noi Moderati" Maurizio Lupi, per la Cultura spunta il nome di Giordano Bruno Guerri, storico, saggista e presidente della Fondazione "Il Vittoriale degli Italiani".

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