Meloni-Macron, "nessuno scambio di cortesie": l'altra verità sull'incontro
Dietro all'incontro tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron c'è molto più di "uno scambio di cortesie diplomatiche". Il faccia a faccia informale, avvenuto per volontà della neo premier, sarebbe un vero punto di svolta per lei. A rivelarlo un retroscena di Dagospia. Il motivo è semplice: sia il presidente del Consiglio, leader di Fratelli d'Italia, che l'omonimo francese hanno la necessità di rinsaldare le proprie alleanze in Europa. La Meloni - si legge - perché non è del tutto accreditata nelle cancellerie che pesano a causa della sua vicinanza alla Polonia. Macron perché si è trovato senza Mario Draghi, suo "badante-garante".
"Banale, pericolosa e...". Francia rosicona: valanga di insulti sulla Meloni
Così la premier ha approfittato della presenza del presidente francese a Roma per fare due chiacchiere, vis-a-vis. A maggior ragione dopo che l’asse tra Germania e i paesi frugali rischia di diventare sempre più problematico nel processo decisionale dell’Ue. D'altronde, con la crisi in corso, il cancelliere tedesco Olaf Scholz si muove in solitaria con l'unico scopo di difendere gli interessi del suo Paese. Basta pensare all'opposizione al price cap sul gas, lo scetticismo crescente sul supporto all’Ucraina, i 200 miliardi di aiuti non concordati con l’Europa, gli oscuri rapporti con la Cina e via dicendo. Per questo a Roma e Parigi un'alleanza fa solo che comodo: all’Italia, per ottenere il sostegno di un partner forte sui grandi dossier. Alla Francia, per frenare lo strapotere tedesco nelle istituzioni europee, al cui vertice c’è la tedesca Ursula Von Der Leyen.
"Un capolavoro, chi c'è dietro": Molinari, il sospetto sull'incontro Meloni-Marcon
Una cosa è certa, quella a Bruxelles è una partita vitale per il nuovo governo. "La vera incognita è il rapporto che Giorgia Meloni riuscirà ad avere con l'Unione Europea in particolare con la Germania e con la Francia - diceva anche Ferruccio De Bortoli a Stasera Italia -. Penso che sarebbe un gesto responsabile rinunciare alla proposta di riforma costituzionale contro il primato del diritto europeo su quello interno, penso che quella proposta potrebbe cadere".