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Meloni, insulti dalla sinistra francese: "Pericolosa", scoppia il caso

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La sinistra francese segue la scia di quella italiana. E così la stretta di mano tra Emmanuel Macron e Giorgia Meloni fa insorgere i dem parigini. I due presidenti si sono incontrati in un faccia a faccia "informale", con la neo premier che ha approfittato della presenza di Macron a Roma per un colloquio. Quanto basta a scatenare le critiche, con la sinistra che denuncia "la compiacenza e la banalizzazione dell’estrema destra". A Parigi - rivelano fonti all'Adnkronos -, "la percezione che si ha del governo appena insediato è che sia un governo di estrema destra, non di centrodestra. Qui non funziona l’idea che Meloni sia cambiata".

 

 

Attacchi anche al capo dell'Eliseo, accusato di non essere "necessariamente obbligato a stare in prima linea". Il presidente del gruppo socialista all’Assemblea nazionale Boris Vallaud si è spinto oltre: "Non dobbiamo avere ingenuità, compiacenze, con un governo che è di estrema destra, con un primo ministro che proviene da una famiglia politica che ammira Mussolini". Salvo poi raddrizzare il tiro e aggiungere che "lei è lì. Sì, dobbiamo parlarle, ma in modo esigente".

 

 

E ancora il leader socialista Olivier Faure, in un cinguettio al vetriolo rivolto al presidente francese: "Senza sfumature o riserve. La banalizzazione senza frontiere dell’estrema destra". A fargli eco il senatore del Ps Laurence Rossignol: "Non c’è la minima riserva? Nemmeno un piccolo ’senza ignorare ciò che ci distingue' o ’ho ricordato i valori umanistici che hanno fondato l’Ue?’. L’assuefazione ai leader di estrema destra e la loro banalizzazione è pericolosa". Nulla di nuovo. La sinistra che sia di casa o d'Oltralpe è sempre la stessa. 

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