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25 Aprile, la Liberazione è la festa di ambiguità e mistificazioni

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Iuri Maria Prado
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Il 25 Aprile non ha mai rappresentato la festa di tutti gli italiani perché essi, per quanto confusamente e oscuramente, ne hanno sempre percepito il carattere falso e demagogicamente orientato. Le menzogne possono imporsi, possono ufficializzarsi in una storiografia obbligatoria, possono persino diventare l'unica verità disponibile dopo la cancellazione di quelle osteggiate e censurate: ma non riescono mai a imprimersi nei sentimenti di un sistema civile, non riescono mai a trasformarsi nella struttura emotiva di un corpo nazionale. Ed è appunto quel che è successo con la menzogna della resistenza "democratica" opposta al regime nazifascista, costituita sì da cattolici, liberali, azionisti, eccetera, ma anche, e in larghissima misura, da comunisti stalinisti che non combattevano contro un regime dittatoriale perché era dittatoriale, ma perché ne avrebbero voluto un altro e, se fosse stato per loro, lo avrebbero imposto al nostro Paese trasformandolo in uno dei tanti infestati dalla peste comunista.

 


Se oggi tu dici queste cose, e cioè che la resistenza partigiana è stata in buona parte condotta da stalinisti, peraltro impegnati anche a far fuori i partigiani di altro colore, il comunista di oggi ti risponde: «Ma non è vero! C'erano i liberali, i cattolici, gli azionisti!». Ma a quel comunista non si replica mai questo: «Sì, va bene c'erano anche quelli: ma tu avresti fatto parte di quegli altri, gli stalinisti». Avrebbe cioè fatto parte di quelli pronti a conculcare tute le libertà esattamente come aveva fatto il regime pregresso, e forse più ferocemente, ma in nome e per ordine della diversa tirannide. E la Costituzione più bella del mondo, quella che si vuole figlia della Resistenza, è figlia semmai del tentativo delle forze anticomuniste - purtroppo non completamente riuscito, perché la Costituzione è maculata di illiberalità collettivista- di arginare il fiume di violenza e sopraffazione che altrimenti avrebbe travolto tutto ingolfandosi nell'ennesimo inferno del socialismo reale. Il 25 aprile è la festa di questa ambiguità, di queste irrisolte mistificazioni: e nel perseverare di quell'ambiguità, nel persistere di quelle mistificazioni, non sarà mai la festa di tutti gli italiani. 

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