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Soros, la rivelazione sul voto in Italia: "Perché ci ha dato i soldi"

Fausto Carioti
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Deluso da Carlo Calenda, che ha «spifferato» a Bruno Vespa la notizia dei finanziamenti dati da George Soros a +Europa prima che assieme ad Emma Bonino li rendessero pubblici. Orgoglioso di quella donazione da un milione e mezzo di euro di ricevuta dal finanziere ungherese, «uno che certamente non ha niente da chiederti in cambio». La versione di Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa, è diversa da quella che il suo ex alleato ha raccontato a Vespa: di vero, spiega, ci sono i soldi, non la contropartita politica.

Calenda racconta che Soros ha posto come condizione la vostra partecipazione ad un «listone antifascista» finalizzato a fermare il centrodestra guidato da Giorga Meloni. Interpellato da Vespa, lei ha detto che il sostegno di Soros era «disinteressato». Che significa? Che accordo avevate con Soros?
«Calenda vaneggia, ai limiti della diffamazione. Non c'è mai stata nessuna contropartita, né palese né occulta, per il sostegno ai candidati di +Europa da parte Soros, bensì una nota, consolidata e duratura condivisione dei valori politici liberali e democratici e una comune visione europeista fondata sui diritti umani e civili e lo stato di diritto. La cosa del "Listone antifascista" è una pura invenzione».

È finita male, ma sino a poco prima i vostri partiti sembravano a un passo dalla fusione. Cos' è successo?
«Più Europa ed Azione si erano federate nel gennaio 2022, lontano dallo scioglimento delle Camere. Una volta caduto Draghi abbiamo valutato cosa fosse meglio fare. Insieme abbiamo negoziato e sottoscritto un accordo con Enrico Letta, che sostanzialmente fu scritto da Calenda stesso: un'alleanza politica imperniata sull'europeismo anti-Orban e anti-Putin, oltre che sulla continuità con il buon governo di Draghi e una presentazione comune nei collegi, in modo da contrastare meglio Meloni e Salvini, visto che la legge elettorale è maggioritaria per oltre i due terzi. In quei giorni Calenda rivendicava la scelta, spiegando che bisognava impedire la deriva "venezuelana" dell'Italia.Poi ha cambiato idea e non ho mai capito perché».


Un'idea delle sue ragioni se la sarà fatta.
«Noi abbiamo rispettato l'accordo sottoscritto per convinzione. E certamente non abbiamo fatto la scelta più conveniente, visto che la sfida per il 3% era da brividi e che con il terzo Polo in campo i collegi diventavano insicuri. Mi viene da pensare che Calenda abbia cambiato idea perché pressato dai suoi finanziatori, ma sarebbero fatti suoi».

Calenda sapeva del finanziamento che avevate ricevuto da Soros. Glielo aveva detto lei?
«Abbiamo parlato una sola volta di budget, per dieci minuti, nella fase in cui, dopo l'accordo con Letta, ragionavamo sulla campagna elettorale comune di +Europa/Azione.
Gli dissi che avremmo fatto la nostra parte con i nostri finanziatori e i nostri candidati e lui mi chiese se c'era anche Soros, che ci aveva notoriamente sostenuto anche in passato. Non avendo nulla da nascondere, ovviamente gli dissidi sì. Dopo tre o quattro giorni lui ci comunicò che si ritirava dal patto con il Pd, per fare poi l'accordo con Renzi, nonostante avesse detto cento volte che non avrebbe mai fatto nulla con lui, per via dell'Arabia Saudita e della sua presunta inaffidabilità. Da allora non ci siamo più visti e sentiti».


Ora ha avuto sue notizie, tramite le anticipazioni del libro di Vespa.
«Quando Vespa mi ha interpellato mi sono chiesto chi avesse spifferato in anticipo la notizia, ma non pensavo davvero fosse stato Calenda e francamente mi spiace per lui: non è certo un comportamento da leader. Tempo qualche giorno e quei contributi sarebbero stati resi pubblici nei modi e tempi della legge, come sempre abbiamo fatto, rivendicando il sostegno di chi crede nella nostra azione politica liberale ed europeista. A partire proprio da Soros, che anche qui voglio ringraziare non solo per +Europa, ma perché sostiene in modo trasparente battaglie liberali sui diritti delle minoranze, sulla libertà di stampa, sui diritti civili e sull'antiproibizionismo. Lo avete scritto voi, peraltro: la notizia dei nostri rapporti con Soros è trita e ritrita».

Resta il fatto che la legge vieta ai partiti di ricevere finanziamenti da «persone giuridiche aventi sede in uno Stato estero non assoggettate a obblighi fiscali in Italia» e proibisce di accettare donazioni superiori ai centomila euro. Come ha fatto Soros a dare un milione e mezzo di euro a +Europa?
«Come le dicevo, alcuni nostri candidati hanno chiesto e ricevuto direttamente un contributo sui conti dei mandatari elettorali. In modo legittimo, trasparente e pubblico. Dico di più: rivendicato politicamente».

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