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Sorgi avverte la Meloni: "Cosa vede nello specchietto". Perché rischia

 Marcello Sorgi

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Sulla crisi diplomatica tra Italia e Francia è piuttosto "inutile" chiedersi perché Giorgia Meloni "nel giro di pochi giorni si sia fatta attrarre dalla linea Salvini", scrive Marcello Sorgi nel suo editoriale su La Stampa. Invece "sarebbe meglio riconoscere che la leader di Fratelli d'Italia approdata alla guida del governo e il suo vicepresidente, nonché segretario della Lega, hanno ormai una linea unica" e "radicale", prosegue il giornalista. Che osserva: "È come se ognuno dei due scrutasse l'altro nello specchietto retrovisore, pronto a qualsiasi manovra, anche azzardata, pur di impedire il sorpasso all'alleato-avversario".

 

 

In questo modo, aggiunge Marcello Sorgi, si spiegano "tutti gli atti del governo appena insediato che hanno contraddetto l'impostazione conservatrice ma realista del discorso con cui Meloni aveva esordito da premier alla Camera: l'inutile provvedimento sui rave party, che ha subito mostrato le sue debolezze e dovrà sostanzialmente essere riscritto in Parlamento; la norma sull'ergastolo ostativo che ha messo in imbarazzo il ministro di giustizia Nordio che lo aveva definito incostituzionale. Fino ad arrivare alla tragicommedia delle navi Ong, respinte, poi accettate su sollecitazione dell'Europa".

 

Insomma, conclude durissimo Sorgi: "Anche se è evidente un di più di propaganda a uso interno nella reazione francese dell'Eliseo", la Meloni "non può non sapere che per questa strada l'isolamento in Europa non le sarà imposto. Se lo sarà andato a cercare".

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