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Speranza, l'ex ministro ha voglia di assembramenti: l'ultima figuraccia

Roberto Speranza

Pietro De Leo
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Contrordine compagni! Nonostante, stando al verbo chiusurista, il Covid non sia finito, la ricostruzione del Pd val bene una deroga. Se a concederla, in sostanza, è l'ayatollah della fu autocertificazione, il sacerdote dei distanziamento sociale. Sì, proprio lui, l'ex ministro della Salute Roberto Speranza. L'abbiamo visto qualche settimana fa, durante il discorso con cui Giorgia Meloni ha chiesto alla Camera la fiducia sul programma di governo, con indossare la mascherina con piglio morigerato, assiso sul suo scranno parlamentare. Tutt'intorno, i colleghi di gruppo a viso scoperto. Lui, invece, ancora ligio al dispositivo calzato in volto, ultimo giapponese di una guerra che non c'è più, o quanto meno è molto molto diminuita d'impatto. Ligio almeno fino a ieri, giorno in cui vengono sciolti gli ultimi lacciuoli.

In una lunga intervista al Domani in cui ha tracciato la disamina dei patimenti del Pd (partito con cui ha stretto un patto elettorale che gli ha fatto riconfermarsi in Parlamento), Speranza afferma: «Nel percorso costituente serve un grande momento di mobilitazione popolare, a dicembre, che parli dei problemi reali delle persone: i salari, il lavoro, la difesa di sanità e scuola pubblica. Dobbiamo gridare che la questione sociale è il cuore della nostra proposta politica. E dobbiamo farlo in piazza, contro un governo che prova a distrarre l'opinione pubblica dai temi cruciali che hanno a che fare con la vita di tutti i giorni».

 

 

L'ULTIMO GIAPPONESE - La foto ha del romanticismo: lui, seduto sui banchi del governo, occhi sbarrati e mascherina indosso. Insomma, il brand Speranza così come l'abbiamo conosciuto. E che però, in poche righe, si consegna al baule delle cose vecchie: le espressioni «mobilitazione» e «dobbiamo farlo in piazza» evocano un concetto che, per due anni, nella religione speranzista era un po' come l'aglio per Dracula: l'assembramento. Il cui incoraggiamento arriva proprio da colui che, alle soglie delle elezioni catastrofiche per il centrosinistra, quando ancora teneva il timone del ministero della Salute, affermava: «Non dobbiamo pensare chela sfida del Covid sia conclusa». E anzi aggiungeva: «Per quanto riguarda le scuole, l'obiettivo è in presenza e in sicurezza, i due termini possono viaggiare insieme». Passaggio non da poco, se si considera lo stato delle cose oggi. Periodo in cui, per protestare contro il governo di centrodestra, l'Italia è punteggiata qui e lì di occupazioni negli istituti superiori, odi assemblee dove appunto il "termine sicurezza" va placidamente a farsi benedire in nome della rivolucion.

Peraltro, venerdì è prevista una mobilitazione nazionale degli studenti, che, appunto, scenderanno in piazza. Invece che contrastare l'onda, meglio assecondarla e giocare di sponda. Il Pd posi la mascherina e imbracci il megafono, con il pueblo che scende in strada. I più giovani, appunto, ma anche quelli del «né con la Nato, né con la Russia», la Cgil e chi vivrà vedrà. Perché mica il monopolio dello s t r iscion e può esser lasciato tutto al Movimento 5 Stelle. Già, Giuseppe Conte.

 

 

Lui da tempo ha strappato il racconto pandemicamente corretto, gettandone le pagine sui bagni Roberto Speranza, l'unico a indossare la mascherina in Parlamento (Getty) di folla delle periferie del Sud, dove nelle ultime campagne elettorali, da quella per le amministrative a quella per le politiche, cospargeva le omelie del reddito di cittadinanza e del "gratuitamente". E già lì andava in dissolvenza l'epica di quei giorni oscuri, quando Speranza alzava la palla «scientifica», e Conte la schiacciava con un perentorio «vi concediamo», che implicava libertà a piccole dosi, supermercato e sigarette, si dibatteva su chi potesse rientrare nella categoria dei «congiunti» che era lecito incontrare.

ECCEZIONI - A fronte di grandi quantità di colpevolismo per chi osasse porre delle eccezioni. Tipo gli imprenditori, i negozianti, i ristoratori, quelli che dalla zona rossa son precipitati nel rosso dei propri bilanci ma che venivano tacciati di preferire il profitto alla salute collettiva. Ora, anche il bastione Speranza è caduto. Il sol dell'avvenire si raggiunge tutti insieme, vicini vicini, e più siamo e meglio stiamo. Omicron e Cerberus da incubo varianti tornano ad esser solo quello di qualche liceale. E pure l'ultimo dei mohicani ha cambiato mestiere.

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