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Majorino? "Fare la guerricciola...": il suicidio della sinistra in diretta tv

Claudio Brigliadori
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Se c'è un uomo che incarna lo spirito tafazzista del Pd, quello è Pierfrancesco Majorino. Già solo il fatto che possa essere lui il nome giusto da candidare a governatore della Regione Lombardia per disarcionare Fontana rende bene l'idea del vizioso circolino democratico. Intendiamoci, De Benedetti che si è esposto per il sostegno (strumentale) del centrosinistra a Letizia Moratti non sempre ci ha preso. Ma in termini di strategia politica, può dare lezioni a molti leader nazionali e locali del fu Partitone. Al di fuori dell'area Ztl di Milano, pochi conoscono il volitivo europarlamentare che sogna il ritorno a casa dopo una vita passata in strada, da assessore ruspante con Pisapia e Sala.

Ex enfant prodige dei Ds milanesi, uno dei Penati-boy emersi a metà anni Duemila, il sempre poco auto-ironico Pierfranceso ha pedigree perfetto per strappare il voto convinto dei salottini dell'Area C, lo zoccolo duro del Pd meneghino, e far fuggire a gambe levate tutti gli altri. Una prova? Il suo intervento a L'aria che tira, su La7, un brillantissimo minuto in cui, ha pontificato sui migranti («Siamo di fronte a una bruttissima prima parte di azione di governo»), la Moratti, non senza un certo imbarazzo da evidente conflitto d'interessi («Candidarla con il Pd? Non è così che si fa politica, fino a due settimane fa si proponeva a Lega e Fratelli d'Italia») e Meloni-Macron.

 

 

«Abbiamo fatto un pasticcio enorme, abbiamo lasciato le persone in mare in maniera disumana e abbiamo innescato un conflitto con la Francia di cui non c'era bisogno. Dobbiamo salvare vite e controllare molto di più i flussi ma in questo momento non stiamo facendo né l'una né l'altra cosa. Fare la guerricciola ai disperati in barca non mi sembra una gran cosa. La linea a Piantedosi la detta Salvini». E dall'altra parte della barricata, ringraziano.

 

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