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Ischia, Feltri: troppa tolleranza, soprattutto al Sud

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Vittorio Feltri
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Non c'è dubbio, noi italiani siamo specialisti nell'autodenigrazione. Ogni volta che nel nostro Paese accade una disgrazia, anche per cause naturali, recitiamo contriti il mea culpa. In questi giorni assistiamo in televisione al dramma di Ischia, isola avvezza alle sciagure. E diamo addosso ai governi centrali dicendo che non sono stati capaci di impegnarsi nella prevenzione.

 


In queste lagnanze ovviamente c'è qualcosa di vero, ma non bisogna esagerare con le accuse. Tutto il mondo è funestato da inondazioni e terremoti, che provocano centinaia e talvolta migliaia di vittime. In America, che si dà tante arie, ogni due per tre si registrano fenomeni che provocano stragi, ma nessuno si sogna di incolpare la Casa Bianca. Per non parlare di quanto sovente accade nelle nazioni posizionate al Sud del continente, quasi tutte di lingua spagnola. Mareggiate assassine e terremoti si contano col pallottoliere.

 


Ma torniamo in Italia. Alcuni anni or sono in Liguria lungo un fiume ci fu una inondazione spaventosa che provocò danni incalcolabili e si scoprì che lungo le sponde del corso d'acqua erano stati costruiti centinaia di edifici secondo criteri folli. Infatti nei pressi di un torrente non ci dovrebbero essere case, nemmeno un pollaio, perché, in occasione di un nubifragio, il rischio di esondazioni micidiali è notoriamente altissimo. Mi sembra evidente che si tratti di una imprudenza commessa dagli amministratori del territorio, ma nessuno di essi è stato incriminato.

Lo stesso discorso va fatto a riguardo di Ischia, dove la quantità di case costruite abusivamente è assai elevata, come del resto accade in molte zone del Mezzogiorno. Il problema è che sindaci e assessori chiudono un occhio, anzi due, davanti alle violazioni in materia di costruzioni irregolari. Perché succede tutto ciò? In parecchi comuni non è mai stato fatto un piano regolatore a cui i cittadini dovrebbero attenersi prima di erigere un edificio di qualsiasi tipo. Sta di fatto che una quantità sterminata di villette infesta abusivamente i centri abitati, anche nelle zone minacciate da alluvioni e frane. Ciò che dico non è una novità, da anni specialmente al Sud si registrano disgrazie gravi per il mancato rispetto di norme elementari che, se osservate con scrupolo, avrebbero evitato e eviterebbero conseguenze disastrose.

Questo articolo non intende muovere accuse alla gente del Sud che si arrangia come può, semplicemente attribuisce alle amministrazioni locali responsabilità evidenti. Vi sono vari comuni nel Mezzogiorno che ignorano l'esigenza di elaborare piani regolatori rispettando i quali non saremmo qui a piangere su tanti morti e su troppe macerie. Io sono nato e cresciuto a Bergamo, una città talmente austera che a molti sembra noiosa. Ebbene, gli orobici non dispongono neanche di una sola abitazione fuori norma, non perché siano più disciplinati rispetto ai cittadini meridionali, ma perché le amministrazioni locali, a prescindere dal loro colore politico, fanno rispettare le leggi con severità. Un'ultima considerazione. Come mai in Campania e nelle regioni limitrofe non vengono abbattute le costruzioni erette senza permesso? È vero che non è possibile, per spirito umanitario, lasciare per strada una famiglia che si è regalata un quadrilocale senza autorizzazione delle autorità, ma bisogna pur considerare che chi sbaglia deve pagare. Colpire uno che sbaglia significa educarne cento. Si proceda senza esitazioni.

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