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Pd, scatta il siluro: vogliono fare fuori Cozzolino, Letta ora trema

Alessandro Gonzato
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Aveva sfoderato gli occhi della tigre, a metà dicembre, Enrico Letta, quand'era chiaro che dopo l'ex Pd e Articolo 1 Antonio Panzeri stava finendo nel Qatargate anche l'eurodeputato in carica dem Andrea Cozzolino, a cui peraltro il partito ha affidato la regia dei 340 milioni del Pnrr destinati a Napoli, ma ci arriviamo. «Esigo disciplina e rettitudine», aveva tuonato il segretario del Partito democratico, «perché il Pd pretende onore nei comportamenti di chi lo rappresenta». Per Elly Schlein candidata alla sua successione era «vergognoso» ciò che stava emergendo. Il suo superiore in Emilia Romagna, il governatore Stefano Bonaccini che sfiderà la Schlein alle primarie dem, aveva definito la vicenda «da voltastomaco». Ieri sera però, su La7, ha anche provocato il centrodestra: «Noi soffriamo di più, mentre loro certi scandali li digeriscono meglio...».

 

 

LA DECISIONE - Ora che Cozzolino sta per finire nel registro degli indagati l'atto formale potrà avvenire dopo il via libera del parlamento Ue che potrebbe arrivare durante la sessione plenaria del 16-19 gennaio - il capodelegazione del Pd a Bruxelles Brando Benifei lo scarica definitivamente: «Noi sosterremo la richiesta dell'autorizzazione alla rimozione dell'immunità sia sua che di Marc Tarabella (socialista italo-belga che fa parte dello stesso gruppo del Pd, ndr). Loro stessi», ha continuato Benifei che fa parte della commissione giuridica che valuterà la richiesta della revoca, «hanno detto che vogliono essere ascoltati e quindi privati dell'immunità che mette uno schermo di fronte alle azioni di indagine». Benifei, 36 anni, riccioluto e barbetta incolta a incorniciargli il volto, è europarlamentare da quando ne aveva 28 e nelle ultime settimane s' è fatto conoscere per due affermazioni una più esilarante dell'altra. La prima: la corruzione del Qatargate che finora ha travolto solo la sinistra è colpa «della destra che ha sempre bloccato norme più rigide».

Per la seconda la ribalta merita una descrizione: trasmissione "Omnibus", La7, Benifei collegato dal suo ufficio del parlamento europeo, ore 9.05, clima sonnacchioso rotto dalla fragorosa risata degli ospiti in studio a seguito di tale affermazione sulla vicepresidente socialista del parlamento Ue finita in carcere perché in casa sua sono stati trovati 100mila euro e altri 650mila nella valigetta del padre.

 

 

Eccolo, il Benifei: «Ci sono rumors abbastanza convincenti che Eva Kaili stesse passando al centrodestra». Un intervento che ormai è storia. Torniamo a Cozzolino. L'ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha twittato: «La magistratura vuole indagare Cozzolino e Tarabella, ma il sindaco Mandredi (attuale primo cittadino partenopeo, ndr) non risponde e non revoca Cozzolino messo ai vertici della cabina di regia peri soldi pubblici per Napoli». Manfredi: «Aspettiamo prove certe». Proseguiamo. Un altro filone legato all'inchiesta, quello dei rapporti tra l'Ue e i Paesi legati al caso, Qatar e Marocco in primis, potrebbe registrare novità nelle prossime ore, quando l'Alto Rappresentante per la Politica Estera, Josep Borrell, sarà nel Paese maghrebino per una missione di due giorni.

Che le autorità greche stiano indagando su possibili conti da 20 milioni della Kaili a Panama, notizia battuta ieri dalle agenzie, Libero l'aveva scritto giorni fa. Ieri la Corte d'Appello di Brescia ha rinviato nuovamente (stavolta al 16 gennaio) la decisione sull'estradizione in Belgio della figlia di Panzeri, Silvia, ai domiciliari con la madre: i legali avevano chiesto una valutazione sullo stato delle carceri belghe e il rapporto non è ancora arrivato. I legali per la figlia di Panzeri hanno anche chiesto la semilibertà. Perla moglie invece l'estradizione è già stata disposta (il collegio giudicante era diverso) e la Cassazione si pronuncerà il 31 gennaio. Lunedì il tribunale del Riesame di Bergamo deciderà la conferma o meno del sequestro dei 200mila euro trovati sul conto corrente della figlia e sui 40mila su quello dei due coniugi, avvenuto il 23 dicembre.

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