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Di Maio "soldato" di Washington? Il messaggio a Meloni sul Foglio

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Luigi Di Maio batte un colpo. Dopo l'esclusione dal Parlamento, l'ex leader del Movimento 5 Stelle torna a parlare pubblicamente. L'occasione? La guerra in Ucraina. La stessa oggetto di lite con i grillini e che ha portato il fu ministro degli Esteri a tentare una nuova - fallimentare - avventura. "In Occidente l’opinione pubblica è divisa. Una parte, inclusa la nostra, ritiene che gli Stati Uniti debbano fermare questa guerra cessando il supporto militare e convincendo, ovvero costringendo Zelensky a desistere. Un’analisi semplicistica, che lega le sorti del conflitto esclusivamente a decisioni delle classi dirigenti. Sottovalutando la forza della resistenza Ucraina, che non è solo un movimento di establishment, ma prima di tutto un movimento di popolo", esordisce in un lungo commento sul Foglio dove sembra voler inviare un messaggio a Giorgia Meloni

 

 

Non a caso l'ex ministro ricorda che "per gli ucraini non esiste che una sola soluzione: riprendersi la propria terra". Da qui la necessità di aiutarli. Magari con l'invio di armi. "Almeno un grazie da parte nostra gli ucraini se lo meritano - prosegue -. Perché in dieci mesi abbiamo fatto scelte veramente coraggiose, che ci hanno rafforzato nell’appartenenza alle nostre comunità di valori, rendendole più coese".

 

 

Nemmeno la crisi del governo e l'arrivo del premier Meloni al posto di Mario Draghi ha cambiato la posizione italiana in merito al conflitto: "Il nuovo governo - prosegue -, pur marcando profonde differenze da quello precedente, ha deciso di assicurare piena continuità all’azione di supporto politico, finanziario e militare all’Ucraina". Ma l'esecutivo non deve tirare il freno a mano. Per Di Maio "la prossima sfida del governo italiano sarà aiutare Zelensky a neutralizzare definitivamente i droni russi di fabbricazione iraniana che stanno bombardando le centrali elettriche ucraine, costringendo – al limite dei diritti umani – milioni di civili al buio e senza acqua". Che dietro tutto questo - si chiede Dagospia - ci sia "un messaggio alla Meloni da parte di Washington?". Chissà, certo è che da tempo l'ex titolare della Farnesina deve riaccreditarsi. Con l'addio al Parlamento, Di Maio è alla ricerca di un nuovo posto di lavoro. E perché no, meglio se in politica. 

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