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Matteo Messina Denaro, cosa diceva Piantedosi pochi giorni prima dell'arresto

 Matteo Piantedosi

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Il 9 gennaio, esattamente una settimana prima dell'arresto del super latitante Matteo Messina Denaro, avvenuto questa mattina 16 gennaio a Palermo, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, parlando con i giornalisti, in prefettura ad Agrigento, a conclusione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dal prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa, aveva detto: "Mi auguro di essere il ministro dell’Interno con il quale si giungerà all’arresto di Matteo Messina Denaro. Da ministro auspico alla giustizia nei confronti delle vittime e quindi che Matteo Messina Denaro venga preso. Confido nelle forze di polizia e magistratura e nel lavoro che è stato svolto da chi mi ha preceduto". Alle dichiarazioni di Piantedosi si erano aggiunte quelle di Lamberto Giannini, il capo della Polizia: "L'impegno e l’auspicio è quello di arrivare a questo risultato e dare al signor ministro questa notizia". "C’è l’impegno da parte di tutte le forze di polizia", aveva spiegato. "Ogni tanto si sente dire che la lotta alla mafia non c’è nel dibattito, in realtà, come testimoniano i risultati delle misure di prevenzione e confische fatte l’attenzione e l’impegno sono massimi. Sappiamo bene come la lotta alla criminalità sia uno dei doveri principali dello Stato per contrastare la criminalità organizzata".

 


Parole che lette adesso, alla luce del clamoroso arresto fanno pensare che forse già allora il ministro e la polizia sapevano di essere "vicini" alla cattura del super latitante. Il sito Dagospia, peraltro, pubblicando un articolo del Corriere sulla mafia, ricordava ieri che "il 15 gennaio 1993 fu arrestato Totò Riina e trent’anni dopo resta un dubbio: perché il suo covo non fu perquisito? La sorveglianza del covo fu smantellata poche ore dopo l'arresto del boss, nessuno vide la famiglia Riina uscirne per rientrare a Corleone e nessuno si accorse dei mafiosi che tornarono per portare via tutto, a cominciare dall'archivio di Riina. Chissà se davvero è l'arma di ricatto che protegge ancora la latitanza del super ricercato, Matteo Messina Denaro…". Che ora è stato preso. 

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